Atac, ennesima giornata di fuoco

Azienda bocciata da Ragioneria generale: servizio inadeguato

Un’altra giornata drammatica per Atac. E questa volta, purtroppo, i problemi non vengono soltanto da guasti e ritardi, ma anche dalla Ragioneria generale del Campidoglio. L’ufficio del Comune, infatti, ha bocciato senza appelli il servizio offerto dall’azienda di trasporto, definendolo inadeguato e fuori da qualsiasi logica di mercato. Per questo motivo, la Ragioneria è pronta a un taglio da 37 milioni di euro rispetto a quanto previsto dal contratto di servizio.

 

Nel dossier redatto dal Comune su costi e criticità, si legge che Atac spende per i suoi bus elettrici il 682% in più rispetto ai costi standard, ovvero il presso medio di mercato nel settore pubblico. Peccato che a fronte di investimenti così generosi non vi sia un ritorno altrettanto corposo: questo perché buona parte dei mezzi sono fermi per guasti alla batteria. In modo decisamente più contenuto, l’intero servizio pubblico di superficie costa il 9,5% in più della media nazionale. L’unico a rispettare i parametri è quello della metropolitana, ma i disagi sono continui e impediscono di offrire un servizio accettabile.

 

La Linea A della metropolitana, ieri, è stata vittima dell’ennesimo disagio: a San Giovanni sono crollati dei calcinacci nella galleria, costringendo Atac a una sospensione del servizio per oltre due ore. Il Codacons è sul piede di guerra e chiede il rimborso degli utenti costretti a prendere le navette sostitutive. Sono stati annunciati controlli in tutte le stazioni della metropolitana, ma sembra che ormai sia troppo tardi e che i buoi siano già ampiamente fuggiti.

 

Sembrerebbe avere una soluzione l’enigma dei bus che si incendiano: secondo un’ipotesi che circola in Atac, la causa del problema sarebbe da ricercare nelle vecchie guarnizioni che perdono olio. Il liquido, a contatto con parti roventi del motore, si surriscalda fino a provocare la combustione del mezzo. Se fosse confermata questa tesi, vorrebbe dire che Atac è ostaggio di pezzi di ricambio che costano, a esagerare, poche decine di euro. E che invece stanno mettendo in ginocchio l’azienda dei trasporti. (MS)

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