Qualcosa non quadra in Atac. L’ultimo battibecco tra l’assessore ai Trasporti Linda Meleo (che ieri è piombata nella rimessa di Portonaccio per un sopralluogo) e l’ormai ex dg Marco Rettighieri è solo una delle mille sfumature di un problema, quello delle centinaia di bus fermi da mesi nei depositi perchè quasti, che viene da lontano e che ora regala l’ennesimo punto interrogativo. La municipalizzata dei trasporti, la più grande in Italia con quasi 12 mila dipendenti, è perennemente a corto di pezzi di ricambio, dalla biella per il motore, all’alternatore fino ai pneumatici e ai cuscinetti dei freni. Risultato, un bus su due non circola, circa 700 busn fermi ogni giorno nei depositi. Colpa, hanno più volte spiegato dall’azienda, dei mancati pagamenti verso i fornitori che, stufi di fatture non saldate, hanno deciso di bloccare i rifornimenti di pezzi di ricambio. Eppure, dalle pieghe del bilancio Atac, emerge un particolare che lascia un po’ perplessi. E cioè che i debiti dell’azienda verso i fornitori, tra il 2014 e il 2015 sono diminuiti di 95 milioni di euro, passando così da 420 a 325 milioni di euro. Debiti relativi proprio alle “forniture di beni e materiali di ricambio”, dunque verso i fornitori dei pezzi ad oggi mancanti. Nel bilancio si fa notare come il miglioramento sia da imputare a “maggiori flussi di cassa”, dunque a un aumento delle disponibilità dell’azienda. In buona sostanza, stando ai numeri del bilancio Atac avrebbe ricominciato a comportarsi in modo virtuoso verso i suoi creditori, iniziando a pagare le fatture per la consegna dei pezzi. Eppure nelle rimesse la situazione rimane drammatica.
A parlare di “uno strano caso” è un’importante sindacalista dell’Usb, l’unione sindacale di base. “Mi sembra così strano che Atac abbia ridotto il debito eppure oggi nei depositi manchino addirittira gli alternatori delle batterie. Per non parlare dell’aria condizionata. Ancora oggi nelle giornate più calde molti mezzi raggiungono condizioni di insopportabilità, tanto che gli autisti sono costretti a rientrare e abbandonare la corsa”, spiega l’esponente del sindacato. “Non è possibile andare avanti così. Servono subito dei soldi, da reperire razionalizzando i costi, a partire dalle consulenze. Ma comunque se davvero l’Atac ha ridotto il debito coi fornitori, perchè i pezzi non ci sono?”. Davvero una bella domanda. (G.Z.)