Più 26% di multe nel 2016 ma un calo della vendita dei biglietti – nei primi tre mesi del 2017 – di 700mila unità. Sono le cifre che raccontano la sfida campale di ATAC e amministrazione contro il grande male del tpl romano: l’evasione.
Un malcostume che va al di là delle contromosse aziendali e delle politiche locali e che investe un senso civico che fatica a cambiare rotta.
Anche per questa ragione, l’assessora ai Trasporti Linda Meleo ha annunciato un nuovo dispiegamento di forze nella lotta all’evasione: il coinvolgimento di quadri e amministrativi.
Grazie a un accordo sindacale, infatti, per un giorno alla settimana 1400 impiegati saranno usati “nella lotta all’evasione”. Un’iniziativa suggestiva che, però, rischia di essere totalmente inutile.
“L’iniziativa nasce con molte lacune – spiega Carlo Tortorelli di Trenino Blu – gli amministrativi sono mandati in strada ma non sono abilitati a svolgere il compito della polizia amministrativa”. Dunque non possono fare le multe ma solo spingere l’utente a comprare il biglietto. “Non potendo chiedere i documenti possono solo chiamare la polizia, con tutti i ritardi del caso” precisa.
L’amministrazione grillina guidata da Virginia Raggi non è nuova a iniziative dirompenti (ma di scarsa efficacia) sul fronte della lotta all’evasione sui mezzi pubblici.
A novembre era partita la sperimentazione del controllore fisso dei biglietti sui mezzi di ATAC. Un test avviato sulla linea 046 (Anagnina), la 047 (Anagnina), la 106 (Grotte Celoni-Centocelle), la 107 (Grotte Celoni-Pantano) e la 507 (Anagnina-Grotte Celoni).
Risultato? Dopo due mesi i controllori fissi sono stati tolti e s’è tornati alla situazione precedente.
Insomma, la battaglia è sia culturale che pratica e si risolve con iniziative sensazionalistiche.
Una sfida che, per essere compresa a pieno, deve partire dalla valutazione di cifre e dati.
Dunque sì, +26% di multe fatte nel 2016 ma sull’incasso il dato è il peggiore degli ultimi anni: