Cartelle pazze dall’Ater agli inquilini. Quindicimila le raccomandate spedite in questi giorni ad altrettanti presunti morosi a cui l’Azienda chiede «collaborazione» per «garantire le risorse economiche» necessarie all’ente a rischio default. Lo scrive il Messaggero: “Tutto bene, se non fosse che per clamorosi buchi nell’aggiornamento del cervellone informatico che raccoglie i dati relativi a canoni e conguagli nel corso degli anni, stia arrivando una valanga di richieste di pagamento assurde”.
“il sistema informatico di per sè è all’avanguardia – spiega al quotidiano romano Franco Mazzetto, da poco più di un anno alla guida dell’ente – ma è vero, negli anni non sempre i dati aggiornati sono stati inseriti o corretti dai dipendenti – spiega -. nel bilancio figurano 750 milioni di crediti da riscuotere e noi abbiamo il dovere di agire. Dobbiamo fare recupero crediti e contemporaneamente mettere ordine nei dati”.
Nel 2016 l’Ater ha inviato altre 30mila diffide, e 10500 posizioni sono già state regolarizzate anche a livello informatico.
intanto il 31 luglio scade la prima maxi rata da 65 mln di euro per il maxi-debito che l’Ater ha nei confronti dell’ex Equitalia per Imu e Ici non pagate.