Il ballottaggio non piace più agli elettori italiani, complice forse il tripolarismo muscolare. Il dato più evidente nell’analisi dei flussi tra il primo e il secondo turno delle amministrative è infatti il calo della partecipazione dal 68,2% al 52,1%, con gli elettori di M5s (esclusi in quasi tutti i ballottaggi) a guidare la pattuglia degli astenuti. Un aspetto che sottolineano sia gli istituti di ricerca come il Cise e l’Istituto Cattaneo, sia esperti come Nicola Piepoli e Renato Mannheimer. “Il ballottaggio è inutile – dice Piepoli – oppure è utile perché conferma quanto accaduto 15 giorni fa. Il Pd ha una buona performance, ma era salito già al primo turno; la Lega domina in questa fase il mercato elettorale; gli elettori di M5s si astengono”. In termini assoluti, sui 124 comuni superiori ai 15.000 abitanti, di cui 15 capoluoghi, il centrodestra a guida leghista ne “guadagna” di più rispetto alla tornata precedente, salendo da 29 a 47. Il centrosinistra invece scende da 80 a 62, e tuttavia l’Istituto Cattaneo sottolinea che ai ballottaggi è più competitivo, dato che ne ha vinti il 63,9%, contro il 43,3% del centrodestra. M5s, che amministrava 4 Comuni, ha vinto nell’unica città dove è andata al ballottaggio, a Campobasso, confermando di essere, come dice Mannheimer”, “un partito da ballottaggi, quando riesce ad accedervi”.
Ma, appunto, M5s in questa tornata è arrivato quasi ovunque terzo al primo turno e al ballottaggio il proprio elettorato ha avuto comportamenti “assai variegati”, come osserva Mannheimer. La maggior parte si è astenuto in tutte le città, mentre in altre è stato determinante: l’analisi dei flussi del Cise mostra che gli elettori pentastellati a Forlì sono stati determinanti per la vittoria del centrodestra, ed anche a Ferrara hanno scelto la Lega. Appena pochi chilometri più a Nord, a Rovigo, hanno invece consentito al Pd di vincere per 400 voti, ribaltando l’esito del primo turno. Tuttavia i ribaltamenti rispetto al primo turno (oltre a Rovigo, Campobasso) sono stati pochissimi, il numero più basso dell’ultimo decennio, sottolinea il Cattaneo. Ha vinto, sottolineano quest’ultimo e il Cise, chi riesce a “rimobilitare” il proprio elettorato. Di qui l’osservazione sull'”inutilità” del ballottaggio sostenuta da Piepoli. Dato l’astensionismo che è ormai un dato strutturale, osserva Mannheimer, “c’è un mercato elettorale” recettivo per nuove proposte politiche, come un partito ambientalista del tipo di quelli degli altri Paesi europei.