Banche venete: da Visco speranza, ma resta incertezza

Il governatore sollecita passi avanti, non retromarce, e critica la politica poco consapevole rischi bail in

‘’Gli squilibri vanno corretti tempestivamente altrimenti prima o poi si pagano. Sul terreno delle riforme, su quello della finanza pubblica, per le banche servono altri passi in avanti, non retromarce.’’ Queste parole del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nelle considerazioni finali, assumono un particolare significato,  mentre si addensano sempre più nubi sul futuro della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca.

La frase del governatore non può che essere considerata come un incoraggiamento a percorrere tutte le strade per salvare entrambe le banche venete in grave crisi. E quindi ancora una speranza, sia pur flebile, dopo che l’apposito Fondo,  istituito per intervenire nelle recenti crisi bancarie,  si è sfilato dall’immettere nuovo denaro ‘’privato’’ per ripianare le perdite, come richiesto dalla Bce, prima di ogni intervento diretto dello Stato.

Tecnicamente è ormai difficile che si trovi una soluzione. Da un lato grava l’incertezza sulle prospettive dei due istituti, la cui  situazione si va deteriorando di giorno in giorno. Dall’altro le stesse disponibilità finanziarie del Fondo Atlante si sono assottigliate e devono rispondere alle esigenze anche di altre banche.

La soluzione, come rilevano fonti finanziarie, passa ormai solo da una eventuale intesa politica che preveda una interpretazione della Ue meno rigida riguardo il piano di riassetto dei due istituti. Un negoziato che, secondo fonti giornalistiche,  è curato in prima persona dal Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e dal ministro del Mise Pier Carlo Padoan, ammettendo indirettamente  le responsabilità politiche verso i problemi del nostro sistema bancario, come non ha mancato di sottolineare lo stesso Governatore.

‘’ Non c’è stata – ha infatti rilevato Visco – piena consapevolezza anche a livello politico dei rischi derivanti dalle norme del bail in e della vendita, che era del tutto legittima secondo le norme in vigore,  delle obbligazioni subordinate finite in risoluzione.’’

Visco ha anche sollecitato il governo a far tornare a crescere la spesa per investimenti pubblici, in calo dal 2010: un fattore decisivo per lo sviluppo del Paese, insieme alla rimozione dei vincoli dell’attività d’impresa e a maggiori incoraggiamenti verso la concorrenza e l’innovazione.

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