“Quando parla di banche non sa bene di che cosa parla. Col suo governo ha contribuito alla distruzione di parte del nostro sistema bancario. Non ha saputo rappresentarlo adeguatamente alla Ue, sottovalutando la mega-esposizione nel finanziamento delle imprese, che la crisi ha esposto a drammatici fallimenti”. Carlo Sibilia, deputato Cinque Stelle, membro della Commissione Finanze, accusa l’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi di aver sempre navigato a vista, soprattutto riguardo al settore creditizio, dove è stato mal consigliato.
Secondo Sibilia, la recente dichiarazione di Renzi sulle banche venete: “Non c’è alternativa a salvarle per la sicurezza dei correntisti…’’ potrebbe persino rivelarsi un boomerang, accrescendo l’allarme piuttosto che rassicurare, soprattutto se continua a mancare il coraggio di far rispettare le nostre esigenze in ambito Ue.
Tanto più dopo che sembra rientrata l’ipotesi di intervento di alcuni Fondi di private equity. Secondo fonti finanziarie l’intervento potrebbe infatti prendere consistenza solo dopo che le banche saranno state messe in sicurezza dal Tesoro. Mentre la commissaria Margrethe Vestager continua a voler anteporre l’impegno dei privati all’intervento dello Stato.
“E’ pachidermico il ritardo col quale si sono mossi governo, Bankitalia e Consob nelle crisi bancarie a livello regionale.” Stigmatizza il parlamentare M5S, intervistato da Radiocolonna.it , sottolineando che il danno più grave, oltre ai risparmiatori, viene fatto alle aziende, che vengono private delle indispensabili fonti di finanziamento, che sono state finora le banche.
Per Sibilia il Monte dei Paschi era già finito anni fa, con la rovinosa operazione dell’Ambroveneta che gli ha dato il colpo di grazia. “Oggi sta per essere salvato – osserva – ma è ormai una banchetta che finirà rilavata anch’essa da Fondi d’investimento”.
“Non si capisce però – aggiunge Sibilia – perché non si è proceduto contestualmente anche nella soluzione delle Banche Venete, lasciando aggravare la situazione e facendo crescere preoccupazioni e rumors. Come la prospettiva di una fusione con lo stesso Monte dei Paschi, dopo il suo definitivo salvataggio”.
“Del resto – aggiunge – siamo di fronte a forme di salvataggi perpetui che configurano la costituzione di una Banca di Stato. Basti pensare all’ulteriore coinvolgimento di Poste Italiane nella soluzione delle banche venete. Tenuto conto che sono quotate in Borsa, ma il 35 per cento, ossia la maggiore partecipazione, è ben salda nelle mani della Cassa Depositi e Prestiti, che fa capo al Ministero dell’Economia.”
Il parlamentare Cinque Stelle, oltre alle responsabilità di Renzi, sottolinea quella dei vertici delle autorità di controllo, Giuseppe Vegas della Consob e Ignazio Visco di Bankitalia, ‘’servi e complici’’ del disastro. “Oltre a rifuggire da ogni autocritica – sostiene – arrivano persino a sanzionare gli amministratori per operazioni da loro stessi autorizzate”.
“Se vinceremo le elezioni – aggiunge – in ottobre rinnoveremo i vertici con personalità in grado di essere davvero controllori in un ambito, come quello finanziario, grandemente coinvolto col sistema produttivo, con la novità che non si schiereranno dalla parte delle banche e di chi le controlla, ma da quella dei cittadini e delle imprese”.