La svolta verde di Roma Capitale annunciata in pompa magna dal presidente della regione, Zingaretti, e dal commissario Tronca giunge tardiva. Infatti la Città verde lo è già. Uno zoo senza gabbie e a cielo più che aperto. Anzi una foresta, dove le” buche sono piene di strade” e la popolazione animale ruba spazioe decoro agli umani.
I TOPI (pare 6milioni ossia 2 per abitante) che dopo, cassonetti, bar, abitazioni, ristoranti e supermarket, occupano anche i gabbiotti per la vendita di ticket turistici.
I GABBIANI che dal mare,ormai poco pescoso, si sono trasferiti in Città dove il cibo è a vista e di facilissima reperibilità.
Con i RATTI si contendono la cattiva gestione dei rifiuti e attaccano gli orridi sacchi trasparenti, che nel Centro hanno sostituito i più rispettabili contenitori in ghisa.
I PAPPAGALLI/PARROCCHETTI che, mollati dalle gabbiette, hanno ripopolato i grandi parchi romani e ora stazionano sulle palme di Piazza di Spagna. Affascinante per i passanti questo colpo d’ala tanto esotico quanto inatteso.
Le TARTARUGHE troppo cresciute per i piccoli acquari di casa, vengono sistematicamente “sversate” nei laghetti pubblici dove campano lunghe e serene vite e alimentate con cura da cittadini e animalisti.
E come dimenticare gli STORNI che a milioni disegnano i cieli della Capitale con meravigliosi voli acrobatici. Un fenomeno così particolare che molti scienziati ora studiano attentamente. Per i turisti un motivo in più per scattare foto a raffica. Ai romani invece restano alcune regole di pura sopravvivenza:mai passare sotto le piante, piangere sulle auto incrostate (e corrose) dagli escrementi, cambiare strada perchè il Lungotevere (l’uno o l’altro) è pericolosamente scivoloso.
E per ultimi i RICCI. Una bella famiglia che da qualche tempo vive e si riproduce fra le volte gigantesche e le scalinate titaniche del Colosseo. A rivelare l’occupazione di ‘’riccetti’’ nel monumento più visitato della Capitale è Laura Larcan su ‘’Il Messaggero’’. Sono in sei, racconta , compresi i cuccioli. Sono stati scoperti da una squadra di operai della manutenzione e poi adottati dai guardiani e dalla direzione, che ora aspettano che si sveglino dal letargo. Probabilmente si sono trasferiti dal vicino Palatino, in quanto i 30 ettari del colle degli imperatori, già sovraffolati anche di conigli.
I fedeli amici dell’uomo, i cani, in netto aumento negli ultimi anni, restano fedeli e amici ma i loro padroni NO. Anzi. Passeggiando del più e del meno l’animale da libero sfogo ai naturali bisogni fisiologici. Niente di cui stupirsi, se non fosse che la cacca e ben che vada i sacchettini restano li, per strada. Sui sampietrini millenari e/o nelle fioriere. Capita anche che il padrone troppo occupato liberi la bestiola sulle scale o negli androni dei palazzi (vedere per credere)…..
Ma la Roma, storica Capitale dei gatti e della gattare dov’è finita? (anna ricca)