Borzì (Acli): non è chiaro come il reddito cittadinanza risolva la povertà

Il provvedimento del governo "presenta ancora tanti punti oscuri che non sappiamo come verranno risolti"

Senzatetto
Senzatetto

“Non ci è chiaro come il reddito di cittadinanza possa risolvere i problemi della povertà estrema”. E’ Lidia Borzì,  Presidente delle ACLI di Roma e provincia, a sollevare dubbi sulla misura contenuta nel contratto di governo e fortemente voluta dai 5 Stelle. “Noi, come Acli – ricorda Borzì – abbiamo fortemente voluto il Reddito d’inclusione come misura per contrastare la povertà estrema, per una platea limitata e soprattutto chiedendo misure di inclusione attiva nel mondo del lavoro, eliminando gli ostacoli all’ingresso”. Il reddito del governo gialloverde, per contro, “presenta ancora tanti punti oscuri che non sappiamo come verranno risolti”

Borzì fa un esempio pratico: “Varata la manovra – dice – i nostri centralini sono stati presi d’assalto da numerosissime persone che chiedevano informazioni; questi cittadini presentavano varie situazioni diverse. Chi chiedeva informazioni per il figlio all’estero, chi era da poco disoccupato, chi chiedeva se gli conveniva chiudere la piccola impresa personale, chi faceva i conti col suo lavoro ‘in nero’…”. Insomma, “c’è un clima di grande attesa e tutti vogliono sapere come fare la ‘domandina’… immagino che in molti rimarranno delusi”.

A Roma, la povertà assoluta riguarda 14mila persone, e “noi – prosegue Borzì – cerchiamo di fornire loro un progetto. Il reddito potrebbe innesacre una pericolosa guerra fra gli utlimi e i penultimi, che è una delle cose peggiori che può capitare ad una società. In ogni caso, al di fuori di ogni polemica, aspettiamo di vedere la reale portata e l’applicazione di questa misura, l’attendiamo la banco di prova”.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014