Buche a Roma: se non arrivano i soldati ci sono i detenuti

ll 15 gennaio 100 carcerati concludono la formazione per interventi di manutenzione. Un'ipotesi, dopo il no di Mattarella all'impiego dell'esercito

(immagine di repertorio)

Nel discorso di fine anno il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso la sua contrarietà all’impiego dell’esercito al di fuori dei tradizionali compiti. Pur non facendo nessun riferimento diretto era chiaro il riferimento al loro impiego per riparare le buche della Capitale.

Un monito che sembrerebbe lasciare poche possibilità all’ipotesi auspicata dalla sindaca Raggi. Che, secondo quanto scrive oggi il dorso locale di Repubblica,  potrebbe quindi servirsi dei detenuti del carcere Rebibbia per sistemare le buche cittadine. Si è infatti concluso il percorso di formazione del protocollo tra Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e società Autostrade che prevede l’utilizzo di squadre di reclusi per interventi di manutenzione nella capitale.

Il 15 gennaio, 100 detenuti selezionati tra quelli a bassa pericolosità dovrebbero quindi essere operativi. E come già successo per lo sfalcio di zone verdi della capitale, potranno occuparsi prima della pulizia di caditoie e strisce pedonali, poi dell’asfalto a caldo per le buche.

 

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