“Le scommesse stanno devastando culturalmente la nostra societa’. E’ una emergenza sociale, ma anche culturale ed economica. I miliardi che finiscono nelle case delle societa’ d’azzardo finiranno nell’economia reale. Combattendo il gioco d’azzardo facciamo anche una piccola manovra economica”. Lo ha detto il vice premier Luigi Di MAIO a margine di un incontro con i vertici della Caritas alla cittadella della carita’ di Roma, dove, tra l’altro, vengono accolte le persone che accusano i sintomi della ludopatia.
Di Maio è stato accolto dal direttore della Caritas mons. Enrico Feroci e ha visitato la Cittadella, dalla chiesa, agli uffici, all’emporio, all’ambulatorio dentistico. Poi si è intrattenuto con alcuni operatori del centro che si occupano di contestare le ludopatie.
Per Di Maio, “l’abolizione della pubblicità del gioco d’azzardo è solo il primo punto per andare oltre. Vogliamo arrivare a regolamentare le modalità del gioco, portare via i centri slot da vicino le scuole”.
Ed ancora. Per combattere la sua crociata contro le scommesse che “stanno devastando culturalmente la nostra società” il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, decide di attingere dal suo vissuto familiare. “Mio nonno ha sempre giocato al lotto ma non si poteva farlo ogni dieci minuti”, il pensiero con il quale il capo politico del M5S spiega la sua decisione di inserire nel decreto dignità una stretta alla pubblicità del gioco d’azzardo legale “applicando la stessa normativa delle sigarette”. “L’80% delle persone che si avvicinano al gioco d’azzardo lo fanno tramite la pubblicità in Tv ed online”