Anche il possibile sgombero dello stabile occupato da Casapound a via Napoleone III, all’Esquilino, diventa motivo di scontro politico. La sindaca Raggi dice che ha piu’ volte evidenziato l’illegalita’ dell’occupazione dell’immobile. Tuttavia pur essendo la posizione dell’amministrazione chiara, “non spetta a Roma Capitale scegliere quali sgomberi effettuare”, si fa notare dal Campidoglio.
Infatti, “il Comune e’ competente per l’assistenza attraverso i servizi sociali e per il supporto alle operazioni tramite la polizia locale”. Fonti della Corte dei Conti affermano che durante il blitz di ieri della Guardia di Finanza non è c’è stata tensione, ma un forte atteggiamento di chiusura.
Ma Casapound risponde in modo seccato. “Nessuno sgombero in vista per CASAPOUND, nessun danno erariale, nessuna minaccia alla finanza. Lasciano di stucco le ricostruzioni fantasiose di quanto accaduto, o meglio non accaduto, ieri in via Napoleone III”. Lo afferma, in una nota, il presidente Gianluca Iannone.
“Come Cpi ci siamo limitati a concordare – aggiunge – le modalita’ per un controllo nello stabile che avvenisse nel rispetto dei diritti e della sicurezza delle famiglie in grave stato di emergenza abitativa che vi risiedono dal 2003. Quando pero’ ci siamo resi conto che non era possibile garantire minime condizioni di dignita’ per i residenti vista l’inopportuna presenza di una folla di telecamere, ci siamo limitati a chiedere che si rinviasse il controllo ad altra data“.
Risponde il Pd.”Casapound che annuncia il ricorso ‘alle vie legali’ è una notizia: potrebbero cominciare dal rispettare la legge Mancino che vieta ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”, dice il segretario romano del Pd Andrea Casu. ”Piena solidarietà a tutti i giornalisti che con coraggio in queste ore stanno scrivendo articoli per informare i romani sull’occupazione di Via Napoleone III”, conclude Casu.