Chikungunya: 1.500 sacche sangue per emergenza Lazio

Le sacche arrivino da 13 Regioni, piccole e grandi: dalla Lombardia al Molise, dalla Valle D'Aosta alla Sicilia. Corsa contro il tempo per disinfestare e fermare contagio

La ‘macchina del sangue’ ha funzionato: sono oltre 1500 le sacche messe a disposizione dalle regioni per fare fronte all’emergenza Chikungunya, il virus trasmesso dalle zanzare che ha costretto la Asl Roma 2 – un bacino popoloso quanto il Friuli Venezia Giulia – a bloccare le donazioni.

“Grazie alle istituzioni e ai volontari” ha twittato il Centro nazionale sangue, ricordando come le sacche arrivino da 13 Regioni, piccole e grandi: dalla Lombardia al Molise, dalla Valle D’Aosta alla Sicilia.

“Abbiamo scongiurato uno stop generalizzato delle donazioni
in tutta l’area metropolitana di Roma” ha detto da parte
sua, in audizione in Consiglio regionale, il capo della
direzione Salute della Regione Lazio Vincenzo Panella, per il
quale le cifre del caso Chikungunya, rispetto alle donazioni di
sangue, non giustificherebbero ne’ allarmismi mediatici ne’
polemiche tra istituzioni: secondo il tecnico regionale
sarebbero solo 3 sacche di sangue ogni centomila quelle che
potrebbero presentare criticita’.

Ma intanto, nella zona considerata cuore del contagio –
un’area che si estende da Roma sud a Latina, con epicentro nella cittadina turistica di Anzio – si lavora a ritmi serrati per
contenere la diffusione del virus.

Da Anzio proviene un nuovo caso, registrato oggi, che porta a 65 il saldo dei contagiati nel Lazio e il Campidoglio, dopo le polemiche dei giorni passati, è tornato a ribadire che “tutto quello che bisognava fare è stato fatto – ha detto l’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari – Roma è la Capitale d’Italia e non della Chikungunya”.

Ieri, come annunciato nei giorni passati, la Regione Lazio ha
incontrato i tecnici dei Comuni di Anzio, Latina e appunto di
Roma per fare punto sulle disinfestazioni, e ha chiesto di
estendere le operazioni; ci sará anche il supporto dell’Istituto
superiore di Sanità, che ha fornito quattro esperti. Latina ha
iniziato a disinfestare il 16 settembre, e continuerà a farlo
fino a dopodomani, con raggi d’azione più che doppi rispetto
alle prescrizioni di legge; ad Anzio la disinfestazione sarà
ripetuta “in maniera massiva” e chi possiede una seconda casa
nella cittadina (molti romani rientrano nella categoria) dovrà
contattare il Comune per permettere di disinfestare le aree
private.

Roma Capitale, da parte sua, ha dato il via libera a
disinfestare anche “in aree sensibili e con ristagno d’acqua” ed
è pronta “ad aumentare il numero di squadre Ama che stanno
operando sul campo” riporta la Regione, che è comunque “in
attesa del quadro sinottico delle azioni finora messe in campo e di quelle in programmazione”. “Nessun flop sull’azione di
controllo, contrasto e prevenzione della Chikungunya – ha
sottolineato da parte sua l’assessora capitolina Montanari,
ripercorrendo le tappe delle azioni del Comune di Roma – tutte le operazioni non solo hanno rispettato il protocollo del
Ministero, ma sono andate oltre, con interventi piu’ efficaci e
meno tossici”.

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