Cittadini, militanti e big, voto tra gazebo e circoli

Ciambelle da Calenda a Gentiloni. Nei seggi anche Benigni-Moretti

Nicola Zingaretti (Foto Omniroma)

Le ciambelle inviate da un seggio all’altro da Calenda a Gentiloni e l’ultracentenaria ligure in coda coi militanti, la maglietta con il motto di un supereroe di Zingaretti e i giovanissimi al primo voto, ma anche le svastiche sulla sede di un circolo del Veneziano. Istantanee di una domenica di Primarie – benedetta da un clima primaverile – che lascia più che soddisfatti i vertici Pd. Si cercava la mobilitazione popolare, ed è arrivata: da nord a sud, da Milano a Palermo, la base del centrosinistra ha risposto all’appello affollando circoli e gazebo – 7000 seggi, 35 mila volontari mobilitati – tanto da spingere già in mattinata la commissione nazionale per il Congresso a stilare una delibera per autorizzare le fotocopie delle schede. “Una bella giornata”, dicono tutti i protagonisti, ma anche un segnale verso Palazzo Chigi.

“Non è un voto contro il governo – ammonisce però dal suo seggio di Bologna il ‘padre’ del Pd Romano Prodi – ma per il cambiamento”. Matteo Salvini si sente comunque chiamato in causa: “Rispetto le idee di tutti – minimizza il vicepremier – ma hanno già governato male per anni: il presente e il futuro siamo noi”. Da Firenze intanto Matteo Renzi assicura: chi vincerà non subirà fuoco amico. Per tutta la giornata, comunque, i social si riempiono di foto di code, ovunque, a partire da Roma, dove hanno votato anche Roberto Benigni, a Testaccio, e Gigi Proietti, sulla Cassia. Nella capitale al seggio anche Nanni Moretti Paolo Virzì, Renzo Arbore e Stefania Sandrelli. Mentre il noto cantautore Francesco Guccini si è presentato in un circolo degli Appennini, al confine tra Toscana ed Emilia Romagna. In Piemonte, a Bardonecchia, si vota anche con gli sci in spalla. Ci sono gli under 18 e perfino gli over 100 come la signora Teresa, 104 anni, che non rinuncia a votare al suo seggio nel Savonese: “Sono di nuovo qui” saluta.

Fila ai gazebo anche in Calabria, Puglia, in Friuli-Venezia Giulia e Umbria, dove si è votato anche nelle aree colpite dal terremoto. Ad alimentare il colore della giornata anche le affermazioni di Vittorio Di Battista, papà del big M5s Alessandro, che fa sapere di avere votato 3 volte nei seggi allestiti dai Dem. Fatto smentito recisamente dall’organizzazione laziale: Non ha mai votato. A macchiare la giornata però le svastiche e le frasi inneggianti a Mussolini trovate stamattina a Campalto (Venezia) sui muri del circolo dem, e qualche polemica a livello locale: a Striano (Napoli) un presidente si è rifiutato di aprire un seggio accusando i dirigenti di non aver condiviso le liste dei candidati; proteste invece a Mestre per un’ora di stop al seggio a causa delle chiusure stradali dovute al Carnevale. Il primo ‘big’ a votare è l’altro ‘papà’ dei dem Walter Veltroni, che alle 8 in punto è già in uno degli oltre 170 gazebo di Roma.

Altrettanto mattiniero l’ex ministro Carlo Calenda a Piazza del Popolo, ma nella veste insolita di ‘scrutatore non votante’: “Non voglio creare fratture”, spiega, e invia – complice un fotografo – due ciambelle fritte al suo ex capo del Governo Paolo Gentiloni: ‘Daje Paolo, un po’ di zuccheri’, scrive sulla busta. Gentiloni se la vede recapitare al suo seggio, ride, ringrazia, ironizza: “Lui scruta… stupendo. Le Primarie? – commenta poi – Una cosa unica nel panorama politico italiano”. Intanto, sempre a Roma, Nicola Zingaretti si mette in coda al gazebo di piazza Mazzini. Lo fermano, stringe mani, dibatte con i militanti sui rapporti con il M5s. Poi si toglie giacca e maglione per sfoggiare una maglietta, dono della figlia, con il motto di un supereroe Marvel: ‘Se c’è qualcosa per cui vale la pena combattere, ti alzi e combatti.

Quindi, sono in piedi’. Nel frattempo, sempre a Roma, il rivale Roberto Giachetti depone la scheda nell’urna, ma il suo leader di riferimento ha già votato: Matteo Renzi era arrivato in Vespa a piazza Tasso, nella sua Firenze, prima delle 9: “Chiunque vinca – aveva affermato l’ex segretario – avrà il sostegno degli altri” a differenza nostra che “siamo stati vittime del fuoco amico”. L’altro contendente Maurizio Martina vota invece a Bergamo, preannunciato da un ‘vocale’ in chat con i suoi in cui cita Totò (“Vota Antonio, ah no, vota Martina!”). Poi ribadisce: il mio imperativo è “l’unità dei democratici”. Quella dell’elettorato, quantomeno, sembra a tutti un obiettivo già raggiunto.

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