CNA, indagine 2015 sulle PMI: c’è ripresa,male le piccole imprese

Indagine congiunturale presentata dal presidente Colombi con Tagliavanti e Causi

La ripresa c’è, ma non per le piccole imprese. È questa la sintesi telegrafica dell’indagine realizzata dalla CNA sul primo semestre del 2015. Un’analisi dettagliata su un campione di 500 imprese che ha registrato un saldo positivo tendenziale dell’11% per le realtà più strutturate ma un -22,9% per le micro imprese. “Riprendono gli investimenti anche se con alcuni distinguo – ha affermato Erino Colombi, presidente CNA – ma la vera notizia è che il 40% delle aziende pensa che la crisi sia terminata”. L’indagine è stata presentata questa mattina nella sede della Camera di Commercio di Roma in compagnia del padrone di casa, Tagliavanti, del vicesindaco Causi e Fantacone del CER che ha collaborato con la ricerca. Interessante la questione anagrafica che vede le PMI condotte da under 40 superare le performance delle imprese più ‘senior’ inchiodate a un -11,4%. Altri dati significativi sono la ripresa degli investimenti, la crescita delle imprese virtuose a titolarità femminile e l’importanza di appoggiarsi a una ‘rete’ di imprese. “La parità di giudizi sul governo Renzi è un buon risultato per il premier” ha concluso l’analista del Centro Europa Ricerche. Soddisfatto dei dati anche il vicesindaco – nonché economista – Marco Causi, un lungo intervento per fornire un’analisi politica delle cifre e per fare chiarezza su alcune questioni romane. “Le riforme strutturali hanno un peso decisivo per la ripresa, dal falso in bilancio alla fine del segreto bancario, passando per la riforma del diritto fallimentare e delle banche popolari” ha dichiarato l’esponente dem prima di bollare come “bufala” la notizia sui presunti 500 euro del governo per il Giubileo e aprire il capitolo Anno Santo. “I trasporti sono in una situazione emergenziale – ha affermato Causi – servirebbe un piano biennale finanziato con risorse vere, tra i 70 e i 100 milioni di euro”. Un’emergenza che verrebbe arginata se il governo decidesse di adottare un decreto legge ad hoc su Roma. A margine dell ‘evento Radiocolonna ha chiesto a Causi il suo parere sul tetto di 3000 euro sul contante. “Ero tra coloro che voleva ridurre il peso specifico del contante in circolazione – ha ammesso Causi – ma allo stato attuale non credo abbia un impatto negativo perché ci sono altri indicatori e strumenti per stanare l’evasione” (gds)

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