Come sono andati sui social Zingaretti, Parisi, Lombardi e Pirozzi? Le pagelle

#RegionaliSocialLazio: Come sono andati sui social i candidati alla Regione Lazio? Ultima puntata

Tutto è pronto per l’appuntamento elettorale che stabilirà chi sarà il nuovo Governatore della Regione Lazio. Tra due giorni si va a votare e i cittadini nel frattempo hanno avuto modo – chi più, chi meno – di capire che regione avrebbero se fosse confermato Zingaretti, se tornasse la destra al potere con Parisi, se ci fosse la gestione di rottura della Lombardi o se dovesse vincere l’outsider, Sergio Pirozzi. Una campagna elettorale in cui non sono mancate le schermaglie tra i candidati anche sui social network, uno strumento sempre più utilizzato dall’elettorato per consultare programmi, farsi un’idea sui contendenti e capire meglio che governo sarà quello della lista X o della lista Y.

 

Radiocolonna ha deciso di fare quello che nessuno aveva immaginato prima: un osservatorio permanente sulle uscite ‘social’ dei candidati per monitorare settimanalmente le dichiarazioni, gli sfoghi, battute degli aspiranti governatori e la loro resa sul popolo della Rete.

 

Come sono andati i candidati sui Social?

 

Nicola Zingaretti: voto 7

 

Il governatore uscente ha voluto mostrarsi agli occhi dell’elettorato come l’unico candidato in grado di mettere insieme sensibilità e istanze differenti. S’è dimostrato vicino al mondo dei lavoratori precari ma si è fatto vedere anche nelle convention di Confcommercio, ha prestato molta attenzione al mondo del volontariato e non ha dimenticato l’importanza dello sviluppo tecnologico per il Lazio.

Un profilo istituzionale, rassicurante, ribadito anche da uscite social tese a descrivere obiettivi o risultati raggiunti e meno inclini a polemizzare con gli avversari.

 

Stefano Parisi: voto 7

 

All’ex candidato al Comune di Milano spettava un compito al limite dell’impossibile: cancellare le polemiche e i ritardi del centrodestra nella scelta di un candidato governatore e cercare di affermarsi come l’unica candidatura in grado di contendere a Zingaretti lo scranno della Pisana. E Parisi in parte c’è riuscito, rimontando il tempo perso con una campagna social efficace e ben fatta che ha unito momenti informali di riflessione come i ‘caffè con Parisi’ con duri attacchi nei confronti del centrosinistra laziale. Parisi ha voluto mostrare all’elettorato di non essere solo un manager da scrivania o da Cda ma un politico in grado di ascoltare le persone e di cercare il confronto nei momenti più difficili, come quando ha deciso di viaggiare assieme ai pendolari della Roma-Lido nel lunedì nero della nevicata romana.

 

Sergio Pirozzi: voto 6

 

Il sindaco di Amatrice sui social non ha giocato la classica partita della squadra più piccola che sfida di top player con il catenaccio e il contropiede. Sergio Pirozzi ha invece impostato una campagna social molto scherzosa, ironica e d’attacco che non ha mostrato timori reverenziali nei confronti dei candidati più forti. Il 6 è un compromesso tra lo spirito volitivo e brillante e un racconto del programma che ha funzionato a tratti, a vantaggio di una narrazione un po’ autoreferenziale di sé, del suo scarpone e della sua indole montanara.

 

Roberta Lombardi 5,5

 

La candidata grillina alla Regione Lazio aveva una grande opportunità: mostrarsi come l’unica, vera candidata in grado di scardinare il decennale duopolio centrodestra-centrosinistra alla guida della regione. Ma la parlamentare del Movimento Cinque Stelle ha scelto di collocarsi, per programma e uscite social, a destra, cavalcando temi cari all’elettorato salviniano o berlusconiano e cercando di dare un’immagine della competizione come di una contrapposizione tra la sinistra di Zingaretti e lei. Ma a destra c’è Parisi e in quel campo riscuote simpatie anche il sindaco di Amatrice, notoriamente uomo non di sinistra e appoggiato da uomini di peso della destra laziale come Francesco Storace.

Bene l’attenzione di Lombardi a temi come la sanità e bene una presenza costante sul territorio regionale, meno bene l’essersi schierata anzitempo in un ‘riquadro’ politico senza seguire quella linea trasversale e movimentista dei Cinque Stelle che s’è rivelata molto brillante ed efficace nelle ultime tornate amministrative e politiche.

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