Le amministrative romane verranno ricordate non solo per la (più probabile che possibile) vittoria del Movimento 5 Stelle. Ma anche per la nuova emergenza rifiuti che si è abbattuta sulla Capitale. Sia chiaro, non è la prima volta che Roma se la deve vedere con sacchetti e vettovaglie ammucchiati negli angoli delle strade. Ma stavolta la sensazione è di aver toccato il fondo.
La colpa, come sempre, è nel mezzo, in quel cocktail micidiale di burocrazia, poca organizzazione e deficit infrastrutturale che da anni attanaglia le municializzate romane. La ciliegina sulla torta è arrivata due giorni fa, con la proclamazione dell’ennesimo sciopero dei lavoratori del comparto igiene, dunque anche Ama, per il prossimo 15 giugno. Lo stesso giorno dell’atteso confronto al Campidoglio tra Roberto Giachetti e Virginia Raggi.
Ma come si è arrivati a tale situazione? La risposta è, almeno in parte, in due importanti gare che avrebbero dovuto sbloccarsi nella prima parte di quest’anno e il cui esito felice avrebbe dato una bella boccata di ossigeno ad Ama, consentendole di liberarsi di quasi 600.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati, che rappresentano il grosso della raccolta Ama. L’azienda oggi può infatti contare su di un unico impianto di smaltimento di rifiuti (Maccarese) mentre il resto viene smaltito presso impianti privati. Da quanto appreso da Radiocolonna, tutto ruota dunque intorno a un permesso della Regione Lazio propedeutico allo sblocco di una gara, indetta oltre un anno fa e vinta dal consorzio tedesco Enki, con sede a Loutesdorf, per il trasporto in Germania di 160.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati. Eppure, quel permesso per l’espatrio dei rifiuti romani lo stanno ancora aspettando con ansia in Ama, dicono alcune fonti ben accreditate, con i vertici della municipalizzata che stanno incrociando le dita affinchè l’ok della Regione arrivi entro fine mese.
A rendere ancora più agognato il permesso della Regione, c’è però un’altra questione. E cioè che il mancato ok alla partenza dei convogli per la Germania sarebbe alla base dello stop di un’altra gara, ancora più strategica visto che riguarda una grossa fetta di spazzatura: 450.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati sul milione di tonnellate di spazzatura indifferenziata prodotta ogni anno. Si tratta dell’appalto da 107 milioni indetto a febbraio ma andato deserto “perché le cubature previste erano troppo grandi per le aziende”, fa notare un addetto ai lavori. Tutto qui? No. Perchè l’azienda guidata dall’ad Daniele Fortini, in questi giorni impegnato a dribblare gli scioperi per limitare al massimo i disagi, avrebbe voluto o potuto rilanciare la gara con modalità diverse. E invece tutto ciò non è avvenuto perché la gara più grosso “altro non è che il proseguo di quella minore con Enki”, fanno sapere ancora da ambienti Ama. In altre parole, visto che l’ok della Regione tardava ad arrivare, si è deciso di mettere in stand by anche il bando di febbraio. Che, si dice in Ama, potrà ripartire una volta arrivato l’ok al trasporto dei rifiuti in Germania. (Gianluca Zapponini)