In principio ci sono state le ‘ruspe della legalità’, variante democrat dell’adagio salviniano rivolto ai campi rom e alle strutture d’accoglienza. Il titolo iperbolico di un’iniziativa nata con l’intenzione di abbattere i varchi di Castel Porziano – spiaggia romana da Marechiaro fino al Cancello VI – “per ridare la spiagge ai romani”, secondo le parole di Ignazio Marino e Alfonso Sabella, ex assessore alla Legalità e regista del tentato scacco balneare.
Poi è stata la volta di Capocotta. Lo scorso 11 febbraio il prefetto Vulpiani – commissario del Municipio X – ha dato disposizione alla polizia locale di mettere i sigilli agli stabilimenti compresi tra Ostia e Torvaianica. Un blitz che ha colpito Zagaia, Porto d’Enea, L’Oasi, Mediterranea, Settimo Cielo per strutture fuori norma e concessioni scadute. Secondo alcuni una decisione forzata, visto che Capocotta – in quanto riserva naturale – è gestita dal Dipartimento X del Comune.
Infine il Faber Beach, per anni al centro delle cronache per questioni fiscali e diatribe legate alla vicinanza con lo stabilimento Village la cui licenza – prima dell’operazione Alba Nuova del 2013 – apparteneva a famiglie criminali. Lo stabilimento è stato chiuso per l’ennesima volta il mese scorso con l’accusa di abuso demaniale rivolto all’ultima concessionaria, la cooperativa Nausicaa.
Ma il colpo di scena era dietro l’angolo e la svolta s’è materializzata nell’ultima settimana di giugno. Gli uffici del Municipio X hanno infatti autorizzato la riapertura di Mediterranea, Mecs e Zagaia e il prolungamento della concessione fino al 30 settembre. “Abbiamo ottenuto un colloquio con il Municipio che ha ascoltato con attenzione le nostre istanze – racconta a Radiocolonna Carlo Presutti, presidente del Consorzio Cinquespiagge e titolare del Mediterranea – riaperture che hanno confermato la buona fede dei balneari e stabilito che, sul fronte concessorio, le omissioni sono state dell’amministrazione”.
Il secondo coup de théâtre è andato in scena ieri quando è uscita la notizia – data in anteprima da Radiocolonna – del dissequestro del Faber Beach. Una decisione a sorpresa che ha fatto crollare uno degli ultimi baluardi su cui si snodava la strategia legalitaria di Alfonso Sabella. “Sabella non conosce il diritto amministrativo ed è intervenuto ‘manu militari’ giustificando le ‘ruspe della legalità’ in un ambito mafioso – spiega a Radiocolonna Andrea Schiavone, presidente di LabUr e noto conoscitore delle vicende ostiensi – Finalmente il Prefetto Vulpiani è venuto incontro all’interesse pubblico di Capocotta mentre la giustizia ordinaria ha risolto, credo per prescrizione, la questione del Faber” (Giacomo Di Stefano)