Dai rifiuti alla Metro C, tutti gli appalti nel mirino di Anac

Sotto la lente di ingrandimento di Cantone anche la Roma-Latina

Dai rifiuti fino alla Roma-Latina passando per la metro C. Sono tante le gare finite sotto la lente di ingrandimento dell’Anac, l’Autoritá nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone. Nelle 329 pagine della relazione sulle attività 2014 dell’Anac si legge: “su richiesta dell’amministrazione comunale sono state avviate ispezioni dopo i fatti emersi dall’inchiesta ‘Mondo di mezzo’ che ha colpito Roma capitale”. Una indagine a tutto campo: “il 2015 si é aperto con la richiesta al prefetto di Roma” di commissariare “due appalti sui servizi di raccolta, trasporto e conferimento dei rifiuti, aggiudicati dall’Ama, azienda totalmente partecipata dal Comune”, e da questa affidati “alla coop romana Edera e al consorzio nazionale servizi di Bologna. “L’ordinanza di custodia cautelare del gip, il 28 novembre scorso, ha evidenziato l’esistenza di un sodalizio criminale che utilizzava il metodo mafioso per intervenire nel settore degli appalti pubblici e dei rifiuti in particolare e ha offerto prove significative sulla corruzione posta in essere dagli indagati per pilotare l’aggiudicazione delle gare i dette dall’Ama. Ancora, nel mirino dell’Anac finisce la Roma-Latina. “Problemi per la durata eccessiva del procedimento di aggiudicazione si rilevano nella concessione delle attività di progettazione, realizzazione e gestione del corridoio intermodale Roma-Latina e del collegamento Cisterna-Valmontone”. La gara “per l’aggiudicazione dei lavoro – si legge nella relazione – é stata svolta con procedura ristretta e attivata con bando pubblicato nel dicembre 2011, mentre le lettere di invito ai concorrenti pre-qualificati sono del 10 aprile 2014, circa 28 mesi dopo”. Da ultimo la metro C di Roma. Costi d’investimento saliti di 700 milioni, 45 varianti, molte delle quali dopo rilievi archeologici senza “adeguate indagini preventive”, 65 milioni riconosciuti dopo un arbitrato a Metro C per attività “già ricomprese” nell’affido iniziale. Con queste motivazioni l’Anticorruzione ha inviato alla Corte dei conti gli atti dell’ispezione sulla Metro della Capitale. (G.I.)

 

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