“La peste” di Albert Camus è famosa per l’ angosciante descrizione dell’ invasiva moria di topi che anticipò la diffusione della peste bubbonica di una città algeriana, dove è ambientato il romanzo. Il degrado di Roma passerà alla storia per la lettera sul Topo della Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin.
Il capolavoro dello scrittore francese fu subito considerato una metafora del male in generale e del nazismo nello specifico ( il libro fu scritto nel 1947, due anni dopo la fine della guerra ndr ).
Ora la lettera aperta di una Ministra della Repubblica alla Sindaca della “sua” Capitale, pubblicata dal quotidiano “Il Messaggero”, non è certo stata spedita per raccontare un “caso” spiacevole di cronaca cittadina, quanto per enfatizzare, attraverso un argomento di appeal popolare, la mala gestione di un partito antagonista, come i Cinque Stelle.
Se l’emergenza sanitaria nella Capitale, denunciata dalla titolare del dicastero della salute, è diventata così grave, perché dall’alto della sua autorità non è intervenuta da tempo, richiamando le istituzioni territoriali ad intervenire, magari di concerto con lo Stato centrale?
Invece, rifacendosi al suo debutto, come collaboratrice de “Il Giornale di Ostia”, la Ministra Lorenzin, soprannominata la “Meg Ryan di Roma, per la somiglianza con l’attrice statunitense, si cimenta in una “storytellig” sul Topo cattivo di Villa Gordiani che ha morso un bambino.
Così, di questo passo… con la Ministra che ai provvedimenti preferisce i racconti , la sindaca che non se ne interessa – come denuncia la “scrittrice”- , una Regione che non c’è… a Roma si prospetta un futuro di Capitale di topi, gabbiani, zanzare, pidocchi e blatte… per la felicità della protezione animali e la fantasia di nuovi letterati.