DEF: Mattarella: ‘’Italy first’’ purchè con responsabilità

Il Presidente della Repubblica segue da vicino le scelte del governo che introducono profondi cambiamenti nell’economia.

L’attenzione al debito richiamata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’indomani dell’approvazione della manovra di politica economica triennale, dovrebbe essere interpretata più come uno sprone che una larvata critica.

L’ affrettata replica del vice premier Matteo Salvini non ha colto l’aspetto più significativo, ossia la vicinanza del Presidente della Repubblica alle grandi novità del governo. ‘’In qualche colle di Roma’’ devono capire – ha detto alla festa della Lega di Latina fra fischi e i buu della folla –  che la manovra economica viene fatta da Roma ( e non da Bruxelles n.d.r) e per gli italiani.

Più cauto questa volta Luigi Di Maio che si è limitato a confermare l’obbiettivo dei conti pubblici in equilibrio e la discesa del debito, aggiungendo che si accelererà il taglio di ognispesa inutile e assicurando gli investimenti  per favorire la crescita del Pil. Senza sbilanciarsi adipotizzare che oltre al ‘’condono’’ fiscale potrebbero essere adottati altri provvedimenti – da rivelare però solo quando si realizzano- per migliorare le entrate dello Stato.  Comunque giàper l’asta delle frequenze del futuro, 5G, le offerte degli operatori hanno raggiunto i 6 miliardi di euro, ben 4 in più del previsto.

Certamente l’esternazione di Mattarella non manca di essere strumentalizzata dalle opposizioni, che vedono nel Documento di Programmazione Economica e finanziaria,  firmato da Lega Cinquestelle,  una sorta di testamento della disfatta del Paese.

E in quest’ottica è naturale che la sortita del Presidente della Repubblica, e con lui dei consiglieri politici ed economici, suoni come una posizione contraria o perlomeno critica del Quirinale verso il governo.

Invece l’intervento di Mattarella,  il suo autorevole riferimento alla Costituzione,  rappresenta il vigile sostegno che ha bisogno una coraggiosa e innovativa manovra che va a incidere profondamente nell’economia del Paese.  Come potrebbe infatti la massima carica dello Stato non condividere  l’ ‘’Italy first’’ dei pentastellati? Non che ci puntassero anche i governi del passato, ma è la prima volta che un esecutivo sceglie, come priorità assoluta,  il freno alla diseguaglianza sociale e il miglioramentodelle condizioni delle fasce più deboli.

Certo l’Italia è nella Ue, partecipa agli annuali summit dei più importanti Paesi,  è presente nei principali organismi internazionali.  Tutto ciò rappresenta però un sistema che ha finito per privilegiare la rendita finanziaria al mondo della produzione. Un sistema che non riesce più, oltreoceano come in Italia, a rispondere alle necessità che emergono dalla base, diventata capace e dotata di strumenti, come la Rete, per sostenere i suoi bisogni.

Cinquestelle e Lega, come Trump negli Usa,hanno raccolto la sfida e stanno conducendo la partita.  Ciò non vuol dire mandare all’aria tutto quanto il passato. Ma quantomeno cercare di provvedere a quegli aggiustamenti del sistema,  sui quali finora i partiti tradizionali, soprattutto quelli riconducibili alla sinistra, avevano inondato di parole, senza passare mai ai fatti.

Ora la posta è difficile e la novità è assoluta. Come stupirsi che il Presidente della Repubblica intervenga per aiutare a mantenere il Paese sulla rotta del contesto internazionale, quando il governo sceglie coraggiosamente di navigare in acque finora sconosciute? In sostanza una esplicita condivisione di Mattarella alla ‘’strambata’’in politica economica, purché all’interno di un sistema, dove libertà e democrazia, nonché scelte razionali ancora valide, non siano però messe in discussione.

 

 

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