Una discarica nel sepolcreto di via Cilicia

L’area archeologica è sotto il viadotto e di recente sono stati fatti lavori per metterla in sicurezza, con delle grate. Ma nessuno ha tolto i rifiuti

Il sepolcreto di via Cilicia
Il sepolcreto di via Cilicia

Un vero immondezzaio, una sorta di discarica, cosi è ridotta l’area archeologica, il sepolcreto all’inizio dell’Appia Antica, sotto il cavalcavia di via Cilicia. Rifiuti di ogni genere: vestiti, apparati elettrici, pezzi di mobili.

Quei rifiuti sono là da mesi, e nessuno ha pensato di rimuoverli quando l’area poco prima dell’estate è stata messa in sicurezza. Infatti fino a pochi fa vi si poteva accedere, in maniera illegale, dalla massicciata accanto ai binari della ferrovia che costeggia via Cilicia. Poi, per evitare che il luogo diventasse giaciglio per i senza casa, sono state installate delle grate.

Ma prima dei lavori lungo la massicciata non sono stati tolti i rifiuti, che nel frattempo hanno attirato topi e altri animali. Davvero un pessimo biglietto da visita per la Regina Viarium, visitata da centinaia di migliaia di persone.

Il sito della Sopraintendenza Capitolina, responsabile dell’area, afferma che “la zona posta al di fuori della porta S.Sebastiano conobbe, a partire dall’età tardo antica, un totale cambiamento, laddove possibile, la trasformazione in tabernae delle strutture sepolcrali prospicienti la strada.

Per la Soprintedenza “già a partire dagli anni ‘50/‘60 il collegamento tra via Marco Polo e via Cilicia , in corrispondenza dell’incrocio con la via Appia Antica , non trovò una soluzione adeguata che potesse risolvere contemporaneamente il problema pratico del traffico e quello paesistico – architettonico dell’attraversamento della via Appia Antica. Lo squarcio provocato dallo sbocco della via Cilicia sulla via Appia distruggeva la configurazione di spazio interno definito che la strada romana assume nel tratto precedente correndo tra due quinte di muri mentre il ponte della linea ferroviaria Roma – Pisa produceva un effetto di sbarramento”.

Ed ancora: “Negli anni ‘80, dopo aver esaminato varie proposte che prevedevano anche la possibilità del sottopasso della via Appia, l’Amministrazione Comunale di Roma scelse la soluzione di costruire un cavalcavia a doppio senso di marcia ed approvò la realizzazione del ponte progettato dall’ing. G.Musmeci. Lo scavo delle aree archeologiche lungo i due versanti della via Appia fu condotto dalla Soprintendenza Archeologica di Roma”.

Gli archeologi mettono in luce che “il sepolcreto portato in luce in quegli anni presenta varie fasi di utilizzazione dall’età repubblicana fino all’età tardo-antica, questa lunga attività si concretizza dal punto di vista archeologico in un caotico sovrapporsi di sepolture; l’unico elemento discordante è costituito da un grande basamento evidenziato sotto la sede stradale nel tratto disattivato di via Cilicia in cui si è ipotizzato di riconoscere ‘elementi connessi con il tempio di Marte che sorgeva fuori di Porta Capena”.

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