Dismissioni e Bilancio, le idi di marzo del Comune di Roma

751 immobili all’asta di cui 630 occupati abusivamente senza titolo

751 immobili all’asta di cui 630 occupati abusivamente senza titolo. Da lunedì 9 marzo in aula Giulio Cesare la discussione sul bilancio partirà da queste cifre. L’obiettivo della giunta guidata da Ignazio Marino è arrivare all’approvazione entro il 15 marzo e il capitolo più spinoso è proprio quello legato alle dismissioni immobiliari. 70.000 tra emendamenti e ordini del giorno rendono impervio il sentiero che porta alle idi di Marzo. Ma Bruto e Cassio questa volta sono posizionati trasversalmente. Dai banchi dell’opposizione Marchini sostiene che “l’intervento del TAR entro 60 giorni consentirebbe di avere un quadro patrimoniale dal quale iniziare una discussione seria”. Sul fronte interno la forza centrifuga è SEL, da sempre contraria alle dismissioni, che ha presentato emendamenti per cambiare radicalmente il volto della contestata delibera 88 su Affittopoli. Il fatto che ancora non sia stata trascritta da adito a supposizioni sull’arrivo imminente di una seconda tranche dell’inchiesta Mafia Capitale o su presunte crisi di maggioranza. Un puzzle intricatissimo che (forse) si risolverà entro la prossima settimana. L’altra partita delicata era quella che riguardava la vendita del patrimonio immobiliare di Eur Spa, la società partecipata in minima parte dal Comune di Roma proprietaria dei palazzi storici più importanti dell’Eur, come l’Archivio di Stato e il Museo dell’Alto Medioevo. Non edifici qualunque. Come documentato da Radiocolonna, il 5 marzo presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze si è tenuto un incontro tra il Ministro Padoan, l’omologo alla Cultura Franceschini e il Sindaco Marino proprio per affrontare il tema delle dismissioni immobiliari di Eur Spa. Gli edifici rimarranno di proprietà pubblica e manterranno la propria destinazione d’uso. Realtà legate al MEF come l’Invimit e l’Inail dovrebbero provvedere all’acquisto degli immobili per dotare Eur Spa di quei 300 milioni di euro che le eviterebbero il fallimento e consentirebbero (deo gratias ndr) di ultimare la Nuvola di Fuksas. Ma questa è un’altra storia. (G.d.S)

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