E’ tutto uno scaricabarile la nuova strage di migranti nel Mediterraneo. Oltre 170 morti in due naufragi di fronte alle coste libiche. Salvini scarica le responsabilità sulle ong, “ree” di esser tornate a pattugliare le acque davanti la Libia; la sinistra invece accusa il ministro dell’Interno: “Noi pensiamo prima a salvare le persone”, dice Renzi.
Ma secondo l’Ispi, l’analisi dei dati dice che non è vero che nei mesi in cui l’attività delle ong è più intensa le partenze sono necessariamente di più.
Un dato è certo. Da quando in Italia è partita l’operazione porti chiusi, potremmo dire, è vero che sono diminuite le partenze, ma al contempo sono aumentate percentualmente le morti in mare. E probabilmente di molti naufragi non si è avuto nemmeno notizia.
Il fato è che la Guardia Costiera libica è del tutto incapace di controllare le proprie coste, ha pochi mezzi ma anche scarsa volontà, e i centri di raccolta per migranti in Libia assomigliano più che altro a delle orribili carceri, come dice l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni.
“Su questa ennesima tragedia saremmo degli ipocriti se continueremo a parlare degli effetti e non delle cause. Questi viaggi della disperazione nel Mediterraneo che provocano morti sono legati a una fase coloniale ancora in atto in Africa ad opera di alcuni Paesi d’Europa. Se la Francia non decolonizza veramente le decine di Paesi in cui stampa ancora addirittura il franco delle colonie africane, noi continueremo ad avere un’Africa povera ed un’Europa ipocrita, un’Europa che pensa agli effetti di cause che non ha mai affrontato”, ha sostenuto il vicepremier Luigi Di Maio.
“Oggi – ha aggiunto – ci sono Paesi europei, in particolare la Francia, che continuano a tenere sotto scacco l’economia africana impoverendola. E poi ci lamentiamo del fatto che partano questi barconi. Io d’ora in poi la smetto di parlare degli effetti: il più grande cordoglio per tutte le vittime, ma sono lacrime da coccodrillo quelle che sta versando una parte dell’Europa”.
Di Maio la prende da lontano, dal colonialismo, ma la vera ricetta sarebbero i corridoi umanitari, che però ad oggi rimangono vere mosche bianche, un po’ perché la Libia non li accetta, un po’ perché i paesi di partenza dei migranti non accettano di buon grado il fatto che da loro ci siano persecuzioni e fame.