L’eccellenza e il degrado. La competitività e l’abbandono. Le contraddizioni sono sempre state una cifra del Bel Paese, stretto tra una creatività unica al mondo che è stata spesso offuscata da un’indole poco incline alla legalità. Un discorso analogo si può fare anche per il degrado urbano delle nostre città, con capolavori storico-artistici che sono circondati dalla sporcizia e dall’incuria. Ma torniamo alle eccellenze italiane e spostiamoci nel quartiere Ostiense della Capitale, dove la storica sede di Eataly e circondata da una baraccopoli in piena regola. Nel 2015 il capo di Eataly Oscar Farinetti è stato insignito a New York del Made in Italy Award, il riconoscimento che viene dato alle personalità italiane più influenti, gli artisti, le aziende, i brand, ciascuno nel proprio settore, che hanno contributo in modo più significativo alla diffusione del prestigio italiano negli Stati Uniti. La sede romana di quest’eccellenza italiana nel mondo non sembra aver tratto giovamento dal riconoscimento internazionale. Intorno alla sede dismessa di Rocco Balocco, quattro tende occupano circolarmente l’area antistante Eataly. La vegetazione in parte nasconde i bivacchi ma un occhio attento non può non scorgere le grandi tende che non danno l’impressione di un soggiorno mordi e fuggi.
Così, davanti alla casa del cibo costoso e ricercato ci sono altre case che rendono ancora più evidente la stonatura tra Eataly e l’ambiente circostante.





