Ecco cosa pensa il M5S di Roma sull’uso delle automobili

Lungo post di Enrico Stefàno sui problemi di una società auto-centrica e le possibili soluzioni

Viviamo in una società auto-centrica, dominata dall’idea che si possa vivere solo con un’automobile privata, sommersi dalle pubblicità e da spazi pubblici occupati tonnellate di acciaio.

 

Sono solo alcuni passaggi di un lungo post di Enrico Stefàno in cui affronta i problemi di Roma e le possibili soluzioni, individuando nell’uso massiccio delle automobili da parte dei romani uno dei problemi principali della vivibilità della Capitale. E se il titolo può suscitare malumori e perplessità – visto che è il punto di vista è di Stefàno, non del M5S di Roma inteso come entità unica – si deve entrare nell’ottica che nessuno come il presidente della Commissione Mobilità rappresenta al meglio lo spirito dei grillini romani in tema di mobilità.

Andiamo a vedere che cosa ha detto Stefàno.

 

“Prima di tutto, il traffico non è qualcosa di misterioso, che esiste a prescindere, quanto un prodotto delle nostre azioni quotidiane: in buona sostanza lo generiamo noi! E ne generiamo moltissimo, calcolando che il nostro Paese è uno dei primi al mondo per numero di automobili pro capite (625 automobili ogni 1000 abitanti), considerando che molte famiglie hanno due auto, se non tre, e che spesso c’è solo una persona per auto, cioè il guidatore, il che ovviamente aumenta il numero delle auto in circolazione e il traffico stesso. Senza dimenticare che anche dal punto di vista energetico l’auto è quanto di più assurdo si possa concepire: un oggetto di qualche tonnellata di peso, ovviamente a seconda del modello, sposta in media tra i 60 e gli 80 chilogrammi, ossia il peso di una persona. E vogliamo parlare dello spazio fisico e pubblico che occupa un’automobile, magari ferma per mesi, rendendo complicata la vita del pedone e dei disabili costretti, ogni giorno sempre di più, a gincane fra le lamiere? – si domanda il consigliere – viviamo purtroppo in un’epoca auto-centrica, dove la macchina è considerata quasi un oggetto sacro e inviolabile: quindi, qualsiasi politica pubblica, anche la più lungimirante, si scontra inevitabilmente con una cultura, appunto auto-centrica, radicata negli anni, difficile da cambiare”.

Una stoccata anche alla pervasività dell’automotive in spot e pubblicità.

“Ditemi…quanta pubblicità vediamo in tv, in strada o ascoltiamo in radio di autovetture? E quanta invece di altri mezzi di spostamento? Ecco perché la nostra Amministrazione, prima in assoluto a Roma nel proporre un altro modello di Città, basato sullo sharing, sulla valorizzazione del trasporto pubblico e sulla mobilità alternativa e sostenibile, sta incontrando grandi difficoltà. La strada da percorrere è solo una: rilanciare i mezzi pubblici e disincentivare l’uso del mezzo privato. Nel breve periodo bisogna rafforzare il trasporto pubblico, cosa che stiamo già facendo con l’acquisto di 227 nuovi bus, la messa in esercizio di 60 minibus elettrici e 45 filobus, e altri 400 bus, già finanziati, che arriveranno entro quest’anno. L’implementazione e la protezione delle corsie preferenziali.
Utile poi è anche l’implementazione dei servizi di sharing, che vede la nostra città in prima linea per numeri e modalità di accesso. Dal car sharing, allo scooter sharing al bike sharing, lavorando per vedere presto anche i monopattini, sono tante le alternative per (almeno provare a) lasciare a casa l’auto di proprietà.
Nel medio periodo l’implementazione delle infrastrutture, tutte, dalle ciclabili alle metropolitane, cosa che abbiamo sancito nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile e concretizzato con le numerose richieste di finanziamento presentate al Ministero (come la Tramvia Togliatti o l’acquisto di 50 nuovi tram). Non bisogna trascurare però il rafforzamento di alcune misure per il contenimento della mobilità privata, necessarie proprio a far sì che il trasporto pubblico funzioni meglio, in maniera più efficiente, economica ed efficace. Parlo ovviamente della estensione dell’orario della ZTL, del nuovo piano della sosta tariffata, fino ad arrivare a misure come Area C di Milano o la congestion charge di Londra. Senza queste misure ogni bus immesso in più in strada avrà sempre effetti limitati – conclude Stefàno -è  un lavoro davvero complesso, delicato, difficile ma lo portiamo avanti ogni giorno con convinzione e determinazione: la vera mobilità sostenibile e il conseguente miglioramento della qualità della vita si realizzano, infatti, solo liberando le nostre strade dalle automobili private. È un percorso non più rinviabile, necessario, che in realtà conviene a tutti, nessuno escluso.. Più volte infatti ho citato i benefici, oltre quelli scontati dal punto di vista dell’ambiente e della salute, della mobilità sostenibile sul commercio di vicinato o sui valori immobiliari.”

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