Ecco perché la Raggi non si dimetterá. Anche se condannata

C'é un cavillo nel codice etico dei M5S: per la sindaca di Roma i legali del movimento hanno pensato prima alla scorciatoia dell’autosospensione per poi arrivare alla riammissione

Anche in caso di condanna in primo grado Virginia Raggi non si dimetterà, e se si autosospenderà dal M5S “lo farà per poter venir riammessa con gloria. Anzi, facendo leva sul codice di comportamento, sarà proprio l’autosospensione a salvarla. Fa nulla che, a maggio, ai deputati palermitani accusati di aver raccolto firme false nel 2012 il collegio dei probiviri abbia confermato la sospensione perché colpiti da rinvio a giudizio. Per Raggi, il rinvio a giudizio non è abbastanza e su di lei il M5S prevede una soluzione diversa e una tutela speciale pensata dai legali del Movimento”. Così scrive La Stampa sottolineando che i 5 Stelle e Raggi “sono già d’accordo che in caso di condanna l’autosospensione sarà conseguente. Ma c’è un passaggio nel codice che tornerà utile ai legali che consigliano Grillo, Di Maio e Davide Casaleggio, al punto 3, dove c’è scritto che «l’autosospensione può essere valutata quale comportamento suscettibile di attenuare la responsabilità disciplinare”.

In poche parole, il garante (Grillo) e il collegio dei probiviri terrebbero conto di una sorta di buona condotta, e la scelta della sindaca di autosospendersi come gesto compiuto a “tutela dell’immagine del M5S” le permetterebbe di ricevere la grazia.

Alla fine, “in tutta questa faccenda di fratelli, nomine, omissioni e condizionamenti, nell’epopea breve di un gruppo di «quattro amici al bar» che ha gestito incarichi in Campidoglio, procurato indagini e infortuni politici, la colpa sembra essere «dei giornalisti» – conclude Ilario Lombardo – Il nuovo capo politico Luigi Di Maio non ha troppa voglia di commentare e ai cronisti che tentano di incalzarlo risponde «Cambiate repertorio». Più tardi, sarà più esplicito: «Archiviate le accuse per cui la stampa ci ha infangato». Concetti simili a quelli espressi da Raggi: «Dopo mesi di fango mediatico su di me e sul M5S, in cui mi hanno fatta passare per una criminale, i media ora devono chiedere scusa a me e ai cittadini romani». Ma sotto la crosta di fango, l’accusa di falso è ancora in piedi”.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014