Domenica 11 giugno oltre 9 milioni di cittadini italiani saranno chiamati alle urne per eleggere sindaci e consigli comunali. Al voto sono interessati 1005 Comuni; di questi, 4 i capoluoghi di regione (Palermo. Genova, Catanzaro e L’Aquila) e 21 quelli di provincia: Alessandria, Asti, Belluno, Como, Cuneo, Frosinone, Gorizia, La Spezia, Lecce, Lodi, Lucca, Monza, Oristano, Padova, Parma, Piacenza, Pistoia, Rieti, Verona, Taranto e Trapani.
Come si evince da questo elenco, si vota in tutta Italia, dal Nord, al Sud, alle isole. Siamo di fronte ad un test elettorale molto variegato e molto sensibile alle tematiche locali. Si tratta comunque del primo banco di prova per le forze politiche dopo la consultazione referendaria dello scorso 4 dicembre che ha sancito la netta sconfitta di Matteo Renzi nella sua battaglia per riformare il Paese. E soprattutto dopo il fallimento dell’accordo sulla nuova legge elettorale.
La presenza di molte liste civiche e di candidati spesso non accostabili ai partiti nazionali senza dubbio farà sì che la lettura e l’interpretazione del voto sia molto difficile e siamo sicuri che lunedì 12 tutti canteranno vittoria, ma è certo che, laddove le forze politiche non si sono mascherate, si potrà tentare di analizzare i risultati, sia pure con approssimazione, e cercare di capire come sono attualmente gli umori degli italiani.
E’ soprattutto il Movimento di Grillo e Casaleggio interessato a testare il voto. Dopo la grande affermazione ottenuta a Roma e Torino, i cinquestellati hanno propri candidati in diversi centri importanti (tra questi Genova e Palermo). Quali saranno i loro risultati? Ripeteranno gli exploit della Raggi e della Appendino? Confermeranno di essere ancora sulla cresta dell’onda e di potere, veramente, ambire alla conquista di Palazzo Chigi? Il voto al M5S è quello che sicuramente risente di meno della presenza di liste civiche essendo caratterizzato dalla rabbia di tanti elettori nei confronti del “sistema” e dalla voglia di cambiamento radicale, sia a livello nazionale che locale. Da qui una lettura più semplificata del consenso da loro ricevuto.
Un occhio particolare va rivolto al voto di Parma. Qui il sindaco uscente è Federico Pizzarotti, un fuoriuscito eccellente dal M5S per il quale era stato eletto nel 2012. Al voto si presenta con una propria lista, EffettoParma, e cercherà la riconferma soprattutto contro Daniele Ghirarduzzi, scelto personalmente da Grillo per riconquistare ed aumentare i voti del Movimento. Una lotta tutta intestina che fa confidare centrosinistra e centrodestra in una possibile vittoria.
Detto dei 5Stelle, i risultati del voto di domenica non sono sottovalutati da Pd, Fi e Lega, ma neanche dai piccoli partiti che ora affollano il Parlamento e che, con uno sbarramento del 5 per cento previsto dalla nuova legge elettorale, tornata ora in alto mare, avrebbero corso il rischio di non essere più rappresentati a Palazzo Madama e Montecitorio.
Tutti confidano in un buon risultato delle liste a loro collegate o riconducibili da far pesare in questo ultimo scorcio di legislatura, perché, se è vero che si vota per sindaci e consigli comunali, è altrettanto vero che questo voto sarà speso a livello nazionale.