Elezioni: Meloni già ragiona da “Premier”

La leader di Fratelli d’Italia impegnata su due tavoli. Da un lato per un programma condiviso e realizzabile. Dall’altro per la scelta di un candidato autorevole alla Regione Lazio

Le elezioni politiche sono ancora lontane (mancano oltre 50 giorni al 25 settembre, data della chiamata alle urne), ma i partiti sono già in fermento da tempo ed anche per questo Mario Draghi ha gettato anzitempo la spugna considerando molto difficile, se non impossibile, andare avanti con un governo di unità nazionale mentre i suoi sostenitori già si accapigliavano in un anticipo di campagna elettorale.

Mentre il Pd di Enrico Letta sta ancora tentando di definire i contorni della coalizione di centrosinistra (molti i distinguo e gli aut aut tra chi ne dovrebbe far parte) il centrodestra sembra dormire sonni più tranquilli. L’alleanza infatti è stata già stipulata ed ora Fdi, Fi e Lega (citati in ordine alfabetico) sono alle prese con la definizione di un programma comune e con la scelta dei candidati, soprattutto per ciò che concerne i collegi uninominali.

In questo contesto, stabilito che, in caso di vittoria, spetterà al partito che prenderà più voti  di indicare al capo dello Stato, Sergio Mattarella, il nome del successore di “SuperMario” a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni si sta muovendo comunque, forte anche delle indicazioni di tutti i sondaggi finora eseguiti, come la “candidata in pectore” alla presidenza del Consiglio.

È lei infatti a dare gli input più importanti ai partiti della coalizione. Vuole un programma condiviso e realizzabile e non un “libro dei sogni” nel quale si promette tutto ed il contrario di tutti per poi non realizzare le promesse fatte agli elettori. Nel contempo, la leader di Fratelli d’Italia prosegue i suoi contatti con le personalità che contano sia nel mondo imprenditoriale, che sociale, nella burocrazia statale e nei territori.

Un occhio particolare poi per il Lazio. Non è un mistero che l’attuale presidente della Regione, Nicola Zingaretti, vista anche la prossimità della scadenza naturale della legislatura regionale (marzo 2023), intende candidarsi per le elezioni politiche e, la sua elezione nelle liste del Pd, porterà inevitabilmente alle sue dimissioni dalla Pisana; il che comporterà un voto anticipato (gennaio 2023?) per il nuovo consiglio regionale.

Tra il voto politico e quello per la Pisana trascorreranno pochi mesi e, considerato che il mese di ottobre se ne andrà quasi completamente per la composizione delle nuove Camere e del governo, resterà poco tempo (di mezzo ci sono anche le festività natalizie e di capodanno) per affrontare l’appuntamento con le urne per il rinnovo del consiglio regionale e per l’elezione del nuovo “governatore”.

In base agli accordi stipulati l’anno scorso, la designazione del candidato presidente regionale del Lazio sarebbe dovuta spettare alla Lega di Matteo Salvini, ma ad un anno di distanza i rapporti di forza tra il Carroccio e FdI si sono modificati a tutto vantaggio del partito della Meloni, il che potrebbe portare a nuove trattative tra le forze del

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