Farmacap, accuse alla Laing: “Scarsa trasparenza”

Il commissario Stefanori: “Gli amministratori di Farcom avevano cercato di mettermi in guardia”

Erica Dellapasqua per Il Corriere della Sera Roma

 

Dopo il licenziamento improvviso della direttrice di Farmacap Simona Laing (che ha firmato il primo bilancio in attivo della storia) rimbalzano sulle chat interne i veleni delle ultime settimane, attribuite dai detrattori alla gestione commissariale dell’avvocato grillino Angelo Stefanori: «Se qualcuno pensa che mi fermi nel reintrodurre la legalità all’interno dell’azienda, che è ora del tutto assente, si sbaglia di grosso. Non sono io che faccio casino sulla pelle dei lavoratori, io applico la legge, in silenzio. E quando vedo qualcuno che compie atti illegali, lo asfalto».

 

Questo in generale, ma nei giorni passati, tra i vari messaggi, i riferimenti alla Laing sono stati anche più espliciti: «Tanto non mi fermo, su questo possono stare tutti tranquilli. Anche gli attuali amministratori di Farcom, dove era prima, si sono peritati di cercarmi e mettermi in guardia…» Per inciso, Farcom è l’azienda pistoiese da cui proviene la direttrice licenziata. La storia di Farmacap, intanto, resta appesa ad un punto interrogativo sul quale anche ieri pomeriggio i 350 dipendenti, riuniti in assemblea, hanno incalzato proprio Stefanori. Quest’ultimo, includendo la rete di farmacie comunali sotto il cappello del dipartimento Politiche sociali in quanto «azienda speciale», e quindi non «partecipata», almeno a parole ha escluso l’eventuale interessamento di Massimo Colomban, l’assessore deputato ai «tagli».

 

D’altro canto, lo sanno bene anche i sindacati, negli ultimi tempi è cresciuto l’interesse verso le sorti di Farmacap, come dimostra l’ultimo «piano di valorizzazione», proposto dal gruppo Farmacia Igea, che suggerisce al Comune «una metodologia operativa che consenta all’amministrazione di liberarsi del peso economico della gestione delle farmacie». La guerra, ormai pubblica, vede contrapporsi il nuovo commissario Stefanori, nominato dalla sindaca Virginia Raggi e subentrato a Franco Aivaro (arrestato l’anno scorso per turbativa d’asta e abuso d’ufficio) e Simona Laing, la direttrice generale fortemente voluta dall’ex sindaco Ignazio Marino e dalla sua assessora al Sociale Francesca Danese, licenziata sabato sera «per assenza di buona fede nell’esecuzione del contratto» al termine di una convivenza diventata impossibile.

 

Lui accusa lei di una serie di mancanze e pratiche contrarie ai principi previsti dallo statuto aziendale, dalla «mancanza di una sua costante presenza nella sede di lavoro alla realizzazione di attività in contrasto con le previsioni di legge consistenti nella avventata condotta delle compravendite all’ingrosso». Lei, invece, nega con forza rivendicando una sana amministrazione: primo utile (530 mila euro) dopo anni di rosso e vari risparmi indiretti come la diminuzione dei debiti nei confronti dei fornitori (1,8 milioni) e dell’esposizione finanziaria (2 milioni). Dati comunque «storici», per un’azienda con oltre 10 milioni di perdite nel 2011, affitti incomprensibili (172 mila euro per un locale sulla Laurentina) e senza gare per le forniture.

 

Poi, tra i due, c’è la questione dei dipendenti licenziati, quattro sul totale dei 14 destinatari di avvisi di garanzia: «Mi si contestano quei provvedimenti, ma coi video dei furti dei farmaci, chiari e reiterati – ha sempre detto Laing – cos’altro potevo fare se non allontanare i responsabili?». Stefanori, ieri, ha confermato le accuse: «Durante l’amministrazione Laing – ha fatto sapere – sono state riscontrate diverse anomalie, nell’acquisto e nella gestione dei farmaci e nell’uso improprio del magazzino dove si rastrellavano farmaci rari anche antitumorali». D’altro canto, l’idea è quella di un disegno ben preciso: «Fermare la produttività di Farmacap – attacca la Laing – per attingere ancora alle tasche dei romani».

 

In quest’ottica l’annunciata ricapitalizzazione, circa 9 milioni di euro, documenterebbe la «resa». L’opposizione, così, attacca. Per il consigliere Marco Palumbo (Pd) «nel dubbio su cosa fare sulle partecipate si licenzia chi le risana», mentre Francesco Figliomeni (Fdi) chiede «un’immediata convocazione della commissione Politiche sociali perché è stata la stessa Laing, con le sue denunce, a far scattare le indagini della procura».

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