È fiducia day per il governo. Alla Camera si vota il decreto Salvabanche, il Senato invece esamina il provvedimento vaccini. Per quest’ultimo la fiducia non è prevista, ma non è esclusa vista il numero di emendamenti. Oggi grande affollamento di parlamentari, giornalisti, curiosi, manifestanti nel tratto tra Montecitorio e palazzo Madama.
Il governo, insomma, tenta di tirare la volata prima della pausa estiva, consapevole che da settembre in poi qualsiasi momento è buono per votare, dunque si entrerà in una lunga campagna elettorale.
Sui vaccini, maggioranza e governo hanno fatto un mezzo passo indietro. L’obbligatorietà è passata da 12 a 10, le multe per chi non farà vaccinare i propri figli sono state più che dimezzate rispetto al disegno originario, non sarà più tolta la patria podestà a chi non rispettarà la legge.
Che cosa si è pensato a palazzo Chigi? Una nostra fonte, all’interno del governo, ci dice che il timore di Gentiloni, Renzi e Alfano era di far passare un provvedimento considerato “troppo restrittivo” da una parte della società. Insomma, rigore su un tema così delicato per la salute pubblica sì, ma non un’imposizione a 360 gradi che avrebbe scatenato nuove e virulente proteste da parte dei no vax. Comunque oggi manifestazione dei no vax davanto a palazzo Madama, all’insegna della “libertà di vaccinazione”.

“Non voglio entrare nel merito del decreto. Questo non è un problema politico, se non vaccini tuo figlio non stai facendo un danno solo a tuo figlio ma a tutta la classe di tuo figlio. Questa è una questione che riguarda il futuro dei figli, non si può morire per le conseguenze di un morbillo“, ha detto il segretario del Pd, Matteo Renzi.
Anche sulle banche il sentimento da parte di governo e maggioranza è duplice. Gli istituti veneti vanno salvati perché andranno a zampe per l’aria migliaia di famiglie, tra correntisti e impiegati delle banche interessate, e questo potrebbe avere effetti anche sull’economia laziale. Pd e Ap però non vogliono dare l’idea che si stiano regalando soldi al sistema bancario, sottraendosi così al fuoco di fila dei M5s.
“Esprimiamo la nostra indignazione per diversi elementi emersi sulle banche che sono andate in crisi e attendiamo gli esiti dei processi”, ha affermato il presidente dell’Abi Antonio Patuelli all’assemblea annuale dell’associazione secondo cui “per voltare definitivamente pagina con la crisi occorre fare piena luce su tutti gli aspetti meritevoli di inchieste”. Per Patuelli, comunque, “i recenti provvedimenti governativi in coordinamento con le autorità europee hanno eliminato i rischi sistemici dal mondo bancario italiano”.