A una settimana dal disastro azzurro con la mancata qualificazione dell’Italia l Mondiale di Russia 2018, Carlo Tavecchio non è più il presidente della Figc. Il massimo dirigente del calcio italiano ha rassegnato le dimissioni in occasione del Consiglio federale in programma oggi in via Allegri. La conferma è arrivata all’uscita dal Consiglio del presidente dell’Aia, Marcello Nicchi.
“SCIACALLAGGIO POLITICO” “Ambizioni e sciacallaggi politici hanno impedito di confrontarci sulle ragioni di questo risultato». Nella ricerca delle responsabilità della grave crisi del calcio italiano dopo la mancata qualificazione al Mondiale, è questo che Carlo Tavecchio ha detto oggi ai consiglieri della Figc prima di chiedere le dimissioni di tutto il consiglio, ovviamente a cominciare da se stesso. “Ho preso atto del cambiamento di atteggiamento di alcuni voi”, ha poi aggiunto ai consiglieri.
NICCHI “È un giorno difficile, aspettiamo che il presidente federale prenda la decisione più saggia, decidendo cosa intende fare: o resta, sapendo che non si può governare con uno o due voti di maggioranza, oppure lascia, spianando un percorso che può portare a nuove elezioni”, aveva detto Marcello Nicchi, presidente dell’Aia, al momento di entrare in Consiglio federale. “A quel punto avremmo il tempo – ha sottolineato – per individuare un nuovo presidente federale – che potrebbe essere ancora Tavecchio – un altro ct, spero solo che stamattina non vi sia alcun bisogno di votare”.
“Gli arbitri stanno aspettando di capire cosa succede. Se un Tavecchio dimissionario mi sorprenderebbe? Non mi sorprende niente in questo Paese, ormai. A volte bisogna essere umili, a volte attenti o sereni, le cose fatte in fretta portano cattivi consigli. Però – conclude – qua c’è da rifondare tutto, tanto da fare e lo rifaremo. Questa rimane una grande federazione, a prescindere da quello che è accaduto, nessuno imputa nulla a Tavecchio”.