“C’è un’ipotesi di riapertura della discarica di Malagrotta. Ricordate quando Grillo disse che avrebbero fatto trovare a Roma un’emergenza rifiuti per dare la colpa a Raggi? Fu profetico”. Ormai in uscita, Daniele Fortini si toglie parecchi sassolini dalle scarpe. Ma piovono smentite: Virginia Raggi ha pizzicato il presidente: “Malagrotta non riapre, si bonifica e abbiamo pronta una delibera. A proposito di profezie, Tmb a Roma pieni da ottobre, Fortini dov’era?”. E l’assessore della regione Mauro Buschini: “Malagrotta è chiusa e per la regione non aprirà più”.
Per la successione di Daniele Fortini si fa il nome di Stefano Vignaroli, già membro del mini-direttorio romano, che da tempo si occupa del ciclo dei rifiuti e che aveva paventato il ricorso ai Tmb di Rocca Cencia. Intanto, visto che i tempi per l’addio a Fortini saranno lunghi (sicuramente si andrà a dopo l’estate), si profila un mini-direttorio che guidi la ex municipalizzata in attesa della nomina dei nuovi vertici.
Ma torniamo a Malagrotta: secondo Fortini ci sarebbe ancora disponibilità, almeno secondo quanto dichiarato da Cerroni, per ulteriori 300.000 tonnellate di rifiuti. Una montagna enorme che potrebbe far respirare Roma. Ma anche un business colossale da oltre 2 miliardi di euro. Ancora Fortini, Roma corre un pericolo enorme: “Può accadere che si tenti una marginalizzazione di Ama, accusata di incapacità, affinché qualcun altro possa offrire strutture, impianti e servizi per risolvere l’emergenza. La strategia sarebbe: marginalizziamo Ama e facciamo lavorare qualcun altro. Grazie, ma noi non abbiamo bisogno delle teste di cuoio di Cerroni. Sono proprio curioso di vedere dove si farà la discarica di servizio da un milione di metri cubi, la cui collocazione la Regione ha chiesto al comune di indicare entro settembre”. La situazione, è ovvio, rimane tra le più difficili che Roma abbia dovuto affrontare negli ultimi anni. (Marco Scotti)