“Mi sono svegliato e non c’erano più“. E’ quanto avrebbe raccontato il marito della 38enne che ieri si era allontanata da casa con le sue figlie di 6 mesi, per poi essere ritrovata morta nel Tevere a Roma.
Da quel momento, ogni minuto che passava, aggiungeva drammaticità a un episodio contro natura. Perché il sospetto è mostruoso. La donna, prima di gettarsi dal ponte, avrebbe costretto alla stessa sorte anche le sue due gemelline, Sara e Benedetta.
Intanto, mentre la Procura di Roma ha avviato un’indagine per omicidio-suicidio, sono in corso le ricerche delle bambine. I sommozzatori, al momento senza alcun esisto, scandagliano il fiume effettuando le ricerche anche lungo il tragitto tra la casa della famiglia e il ponte nel quartiere Testaccio.
“Ho sentito urlare e piangere così ho aperto la porta”, racconta una vicina di casa. “Erano circa le 6 di questa mattina. Il marito, tra le lacrime, ripeteva ossessivamente: ‘le bambine, le bambine. Mia moglie è sparita con loro“. Una testimonianza spiazzante che racconta di un uomo disintegrato dal dolore.
Una gravidanza complicata e un lutto
Amici e parenti parlano di una gravidanza complicata e di un parto prematuro, culminati con una probabile depressione post-partum. La donna, infatti, aveva sofferto molto per il decesso. poco dopo il concepimento, di una terza gemellina
Si tende a minimizzare
“La depressione post parto”, ci spiega la dottoressa Eleonora Manna, psicologa e psicoterapeuta, “è una vera e propria patologia che molto spesso non si ha il tempo di inquadrare e diagnosticare. Anche le figure che normalmente sono in contatto con la donna come il compagno, i genitori, fratelli o gli amici, tendono a minimizzare e sottovalutare il vissuto di quest’ultima, profondamente caratterizzato da angoscia”.
La depressione post-partum colpisce il 10-20% delle neo mamme
“La depressione post-partum”, prosegue la psicologa, “viene spesso confusa con il baby blues che è un semplice calo di umore dettato, subito dopo il parto, da una elevata reattività ormonale. In realtà non è mai un fenomeno esclusivamente legato al parto. Certamente eventi traumatici legati all’evento della natalità e post natalità possono scatenare reazioni di tipo aggressivo tipiche della depressione ma si è potuto osservare come la storia clinica della donna (sue predisposizioni ai disturbi dell’umore), siano alla base di questo fenomeno”.
Un’esistenza permeata di infelicità
“La donna, si trova così aggredita da un dolore intenso dettato da un angosciante senso di inadeguatezza o di colpa che possono portarla al suicidio o alla fissazione di mettere fine alla propria vita e a quella dei propri figli come unica via di uscita da un’esistenza permeata di infelicità”.
La donna nasconde il proprio stato emotivo
“E’ molto importante sottolineare che molto spesso, per pudore, sia la stessa mamma a nascondere i propri disagi. Questo avviene perché la nascita, riconosciuta socialmente come un evento gioioso, sembra impossibile che possa essere accompagnata da un fisiologico stato di disagio, paura, stress e inquietudine. Intorno alla neo mamma, infatti, vige un tale clima di felicità che porta la stessa donna a sottostimare i propri sentimenti di inadeguatezza e tristezza”.
Come riconoscere i sintomi?
“La letteratura scientifica”, conclude la dottoressa, “elenca alcuni fattori di rischio che sotto l’attenta analisi di uno specialista, vi consigliamo di tener presente: aver sofferto di ansia o depressione durante o in precedenza alla gravidanza; avere dei famigliari che soffrono di ansia o depressione; aver vissuto, di recente, una separazione, la perdita di lavoro o un lutto; avere uno scarso supporto familiare; vivere in disagiate condizioni economiche”.