Giubileo: Roma non “svolta”, schiava di sé stessa

L'Anno Santo poteva essere un’opportunità per rinnovare la città, invece sono in corso solo centinaia di ‘’aggiustamenti’’

I lavori per riempire la buca di via Innocenzo XI a Roma, fatta dai rapinatori della cosiddetta "banda del buco".

Roma all’appuntamento con l’Anno Santo, al di là delle rassicurazioni del sindaco-commissario Roberto Gualtieri e di mons. Rino Fisichella, coordinatore del Giubileo per la santa Sede, si sta dimostrando in ritardo sia sul fronte dei lavori nelle centinaia di cantieri, sia riguardo al miglioramento della gestione del traffico e del decoro della città.

Così è sempre più prevedibile che sarà una città in pieno caos quella che accoglierà i milioni di ‘’pellegrini’’. Del resto la prova generale c’è già stata la scorsa estate. L’ eccezionale affluenza di turisti ha evidenziato un catastrofico sistema di trasporti e un numero insufficiente di taxi, che ha provocato attese di ore alla stazione Termini. Senza contare i cumuli di sporcizia in ogni angolo della città, centro o periferia che fosse.

È emblematico il video di qualche giorno fa della passeggiata di Gualtieri e Fisichella che ammirano la posa in opera dei sanpietrini nei pressi di San Pietro, senza risparmiarsi parole di compiacimento per lo stato di avanzamento dell’importante opera, ossia il ripristino della pavimentazione “anticata”, con le pesanti “mattonelle” che ormai si importano dalla Cina.

Ci saremmo aspettati che le disponibilità finanziarie, di cui 1,15 miliardi del Pnrr, per far trovare ai “pellegrini” una Capitale più ospitale fossero state orientate soprattutto ad opere in grado di rinnovare vaste aree della città, anziché limitarsi a semplici “aggiustamenti” del presente, sia pure con benefici effetti, come l’ammodernamento o l’apertura di una nuova stazione metropolitana.

Eppure gli esempi di Milano, che ha sventrato un’area centralissima per far sorgere una ipermoderna città nella città,  oppure di Parigi e di Londra che hanno innovato spazi giganteschi, anche stavolta non sono riusciti a suggerire di avviare alcun rinnovamento della Capitale sempre più ripiegata su sé stessa e i suoi problemi. Con amministratori al di qua e al di là del Tevere, come si diceva una volta “schiavi di quel tempo”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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