Mentre si svolgono febbrili trattative tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini per definire il programma e la squadra di governo da portare al Quirinale, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ponendo cosi’ fine alla lunga “telenovela” che e’ iniziata dopo il voto del 4 marzo (sono stati fatti “significativi passi in avanti” hanno detto congiuntamente i due leader al termine della prima riunione della giornata), tutti gli opinionisti politici mettono oggi in rilievo il “via libera” di Silvio Berlusconi alla formazione di un governo “giallo-verde”. Ma come mai l’ex premier e’ passato dal veto nei confronti dei cinquestelle al “non-voto” (ovvero una posizione di astensione) sul nascituro esecutivo M5S-Lega? Qui proviamo a dare delle risposte.
I motivi sono piu’ di uno:
1) Berlusconi, gia’ scottato due volte da governi tecnici e “neutrali” (quelli di Lamberto Dini e Mario Monti), preferisce correre il rischio di un esecutivo con i pentastellati confidando che l’alleato-rivale leghista impedisca che possano essere giocati brutti scherzi ai suoi danni e al suo impero economico;
2) il voto a luglio avrebbe ulteriormente penalizzato, secondo tutti i sondaggi, Fi, riducendo il suo peso parlamentare e rafforzando ancora il “Carroccio”;
3) M5S e Lega dovranno cercare di mantenere le promesse elettorali, in particolare sul reddito di cittadinanza, sulla “flat task” e sulla abolizione della “Legge Fornero”, e nel contempo dovranno varare la prossima manovra di bilancio cercando di sterilizzare il previsto aumento dell’Iva;
4) Berlusconi e’ convinto – e non e’ il solo – che questa strana alleanza non possa avere vita lunga, quindi punta su un voto anticipato nei primi mesi del prossimo anno; 5) per questo nuovo appuntamento elettorale il leader di Fi conta di essere di nuovo candidabile (la sentenza della Corte di Giustizia di Strasburgo sull’applicazione della legge Severino nei suoi confronti e’ attesa per questa estate) e con lui in campo gli “azzurri” potrebbero riequilibrare i rapporti interni al centrodestra, attualmente nettamente a favore della Lega.
Come si vede, sono cinque buoni motivi per modificare la sua posizione di ostracismo nei confronti del M5S e per dare via libera a Salvini, sin dal giorno dopo l’annuncio dei risultati elettorali tutto proteso all’alleanza con i grillini. Quindi in Parlamento Fi non votera’ la fiducia e decidera’ di volta in volta sui provvedimenti che il governo varera’. Soprattutto al Senato, la coalizione giallo-verde, potra’ contare su pochi voti di maggioranza (FdI ha annunciato che stara’ all’opposizione) e quindi ogni votazione potrebbe prestarsi ad “agguati” ai danni del nuovo esecutivo che, a meno di clamorose sorprese dell’ultima ora, sta per vedere la luce.