Tra pochi giorni, venerdi’ 23 marzo, avra’ ufficialmente inizio la XVIII Legislatura con le prime sedute di Camera e Senato. A questo importante appuntamento, come e’ evidente a tutti, ci si arriva dopo un risultato elettorale che ha premiato il Movimento 5 Stelle, primo partito con oltre il 32% dei voti, e la coalizione di Centrodestra (Lega-Fi-FdI) che ha superato il 37% dei consensi mentre ha ridimensionato il Centrosinistra (con il Pd sotto la soglia del 20%, peggior risultato di sempre del maggiore partito della sinistra italiana).
In Parlamento, sulla base di questi risultati, non esiste alcuna maggioranza organica e quindi, se si vuole portare avanti la legislatura almeno per un anno per evitare un nuovo immediato ritorno alle urne che, molto probabilmente, non cambierebbe di molto i risultati dello scorso 4 marzo, sara’ necessario trovare delle intese tra “diversi”, quanto meno per dare vita ad un “governo di scopo”, ovvero ad un esecutivo con il mandato di favorire l’approvazione di una nuova legge elettorale (il “Rosatellum” sembra aver fallito la prova) che garantisca una maggioranza certa e di approvare la prossima legge di bilancio che ci eviti gli strali di Bruxelles.
Viste le attuali posizioni dei partiti – muro contro muro – e le richieste dei due vincitori delle elezioni (M5S e Lega) di ricevere l’incarico per la formazione del nuovo governo, ci troviamo in una situazione di stallo che solo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, forse potra’ rimuovere quando iniziera’ le consultazioni (dopo Pasqua).
Intanto un primo test su possibili convergenze si avra’ proprio con l’insediamento delle nuove Camere e con l’elezione dei rispettivi presidenti. Mentre al Senato, senza accordi tra le forze politiche, il centrodestra potrebbe conquistare la presidenza con i soli suoi voti (in base al regolamento di Palazzo Madama, dalla terza votazione basta la maggioranza semplice), alla Camera, dove serve la maggioranza assoluta, senza intese (o aiuti sottobanco grazie al voto segreto) non si va da nessuna parte. Quindi potrebbero passare molti giorni prima che Montecitorio possa aver il suo presidente. Da qui i contatti informali tra i partiti per trovare una soluzione, con la precisazione che un accordo sulle presidenze non significa assolutamente aver trovato un’intesa sul governo che dovra’ nascere.
E’ una partita a quattro quella che e’ gia’ iniziata perche’ M5S, Lega, Fi e Pd (quest’ultimo in modo piu’ sfumato) vorrebbero tutti avere un loro presidente, ma due dovranno per forza rinunciare al loro candidato o in base ad eventuali intese oppure perche’ battuti nel voto segreto.
La situazione e’ ancora in alto mare e dal Colle si seguono con molta attenzione i movimenti dei partiti perche’ una soluzione va trovata al piu’ presto. Un nuovo governo dovra’ nascere prima dell’estate, altrimenti la nave Italia dovra’ affrontare una difficile navigazione. La speculazione internazionale non ci risparmierebbe mentre la Ue potrebbe non avere piu’ tolleranza verso il nostro grande debito pubblico.