Governo, ora tocca a Fico fare l’esploratore e…sorprendere

Il Presidente Mattarella ha chiesto di verificare fattibilità governo M5S-Pd. Premesse poco incoraggianti. Ma non si può escludere un colpo di scena. L'ultima parola spetta ancora a Renzi.

Falliti per ora tutti i tentativi di formare un governo tra M5S e Centrodestra per veti reciproci e per l’aspirazione, legittima, sia di Luigi DI Maio che di Matteo Salvini di guidare il prossimo esecutivo, il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha chiamato al Quirinale il presidente della Camera, Roberto Fico, per conferirgli l’incarico di compiere un’esplorazione sulla fattibilita’ di un governo M5S-Pd.

Come per Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato,il mandato e’ circoscritto ai due partiti (ai quali si potrebbe aggiungere il LeU) e all’arco temporale di 48 ore (ma c’e’ da considerare che il 25 aprile e’ festa nazionale). Poi Fico dovra’ riferire al “Colle” i risultati della sua esplorazione. Stando alle dichiarazioni delle ultime ore le premesse non sono pero’ incoraggianti. Come abbiamo gia’ scritto nei giorni scorsi, pur essendosi dimesso da segretario del partito, e’ Matteo Renzi che detiene la “golden share” del Pd potendo contare sulla maggioranza dei gruppi parlamentari alla Camera ed al Senato. E l’ex premier finora non si e’ mosso dalla sua posizione iniziale: spetta ai partiti vincitori delle elezioni del 4 marzo a provare a governare; il Pd deve stare all’opposizione. Ma il suo recente silenzio – per ora la parola è lasciata ai collegi di partito più vicini – non esclude possibili sorprese.

La scelta di restare a tutti i costi all’opposizione non è nemmeno condivisa da tutti i maggiorenti del partito, ma, come detto, nessun accordo e’ possibile senza l’assenso di Renzi. Per ora comunque fin troppo facile quindi pronosticare, a meno di sorprese sempre possibili soprattutto in politica, che anche Fico “esploratore” dovra’ riferire a Mattarella che un governo cinquestelle-Pd non e’ fattibile, essendo forti le distanze tra i due partiti.

In tal caso la parola tornerà al capo dello Stato che non appare intenzionato a sciogliere le Camere e a indire nuove elezioni prima che il “Rosatellum” venga modificato con una nuova legge elettorale in grado di garantire maggioranze certe. Servira’ quindi, a meno di clamorosi colpi di scena, ovvero spaccature nel centrodestra o accettazione nella maggioranza di governo da parte del M5S di Forza Italia, uscire dagli schemi politici con un esecutivo “di scopo” (modifica della legge elettorale e approvazione in autunno della manovra di bilancio per tranquillizzare i mercati e Bruxelles).
Difficilmente, infatti, Mattarella dara’ il mandato a Salvini o a Di Maio di formare un governo e poi di cercare una maggioranza in Parlamento. Il presidente della Repubblica non ama le avventure politiche e voti al buio. Vuole certezze.

Aspettiamo comunque i risultati dell’esplorazione di Fico. Certo il voto del Molise, con la vittoria del centrodestra, e quello di domenica prossima nel Friuli Venezia Giulia non aiutano il presidente della Camera, anche se l’ipotesi di un governo M5S e PD appare la più consequenziale se si tiene conto che la crescita dei Cinquestelle è anche dovuto all’acquisizione di molti voti ex Pd. Senza tener conto del Know how di governo della classe dirigente del PD, soprattutto riguardo ai rapporti con il potente apparato burocratico. E ciò potrebbe senza dubbio essere utile a un partito come i Cinquestelle nato e cresciuto all’opposizione.

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