Nella lettera al premier Giuseppe Conte, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sollecita il governo Lega-Cinquestelle a mettere l’Italia al riparo dell’incertezza. E ciò non vale solo nei rapporti con l’Unione Europea, ma soprattutto per la tutela dei nostri risparmi e lo sviluppo del tessuto economico.
I sei mesi dell’esecutivo del cambiamento sono stati invece un’escalation di dichiarazioni discordanti, di prese di posizioni ondivaghe, soprattutto sulle infrastrutture, di provvedimenti incompleti, che hanno spinto al rialzo lo spread, danneggiando a tutto tondo la nostra economia.
La crescita del differenziale fra il tasso dei nostri titoli di Stato decennali e quello dei titoli tedeschi, svaluta infatti i risparmi investiti nei certificati del tesoro già emessi e rende più difficile e oneroso il credito per le aziende.
Le sortite dei Vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, oscurano continuamente i richiami del ministro dell’economia, Giovanni Tria, ai nostri ‘’fondamentali’’, fra i quali una produzione manifatturiera molto apprezzata all’estero e l’alto livello del risparmio privato.
Gli operatori dei mercati finanziari agiscono infatti giorno per giorno sulla base di ‘’notizie’’, molto spesso semplici dichiarazioni, che spingono a comprare o vendere titoli di Stato e prodotti finanziari per le emozioni del momento, piuttosto che per fatti consolidati.
Senza contare l’accoglienza, spesso negativa, all’annuncio di provvedimenti che tardano a raggiungere una versione completa, come sta avvenendo per la ennesima riforma della previdenza, il taglio delle pensioni d’oro e il reddito di cittadinanza, che i Cinquestelle evocano ormai da anni, senza mai definire nei particolari, come sarebbe utile per essere meglio compreso e valutato.
Sono ormai tante le contraddizioni e le incertezze, che oltre a influenzare negativamente i mercati finanziari, tagliare i nostri risparmi e danneggiare le aziende, di fatto indeboliscono l’esecutivo. E ciò allontana la possibilità di far fronte alle promesse elettorali, che hanno portato Lega e Cinquestelle, al governo. O meglio al potere, se consideriamo come si comportano i due leader.
Esemplari le recenti nomine nel settore dell’informazione Rai che, avvenute senza attendere la definizione di un piano e quindi soltanto per togliere di mezzo i ‘’nominati’’ dal precedente esecutivo, sono una brutta dimostrazione di potere e di lottizzazione. Al punto che l’indubbia professionalità dei giornalisti scelti per i nuovi vertici rischia di essere menomata, piuttosto che valorizzata.
Come ha colto il Presidente Mattarella, è necessario un netto recupero di responsabilità, che vuol anche dire più rispetto verso le istituzioni, da parte del governo. Non solo per una dialettica positiva con l’Ue, ma soprattutto per creare fiducia, con ritrovati comportamenti virtuosi, sia sui mercati che nel Paese, dove si sta diffondendo una generalizzata delusione verso il cambiamento promesso, che sempre più assomiglia al passato.