Roberto Gualtieri ha iniziato da pochi giorni la sua avventura di sindaco di Roma e lo ha fatto con un occhio sia alla sua maggioranza (29 consiglieri su 48) che alle opposizioni, che lui preferisce chiamare “minoranze” perché le sfide che attendono la Capitale sono tante e di particolare impegno per le quali si richiede il più possibile di spirito unitario.
Tre, soprattutto, i temi che richiedono un’immediata e forte attenzione: il Pnrr, il Giubileo programmato per il 2025, e l’Expo 2030 per la quale l’Urbe ha avanzato la sua candidatura. A questi va aggiunto il problema posto da anni e da tutte le amministrazioni capitoline rappresentato dal ruolo di Capitale, svolto da Roma, che richiede un maggiore impegno finanziario da parte dello Stato.
Intanto, Gualtieri ha composto la sua giunta di dodici assessori rispettando sia gli equilibri della coalizione che lo ha sostenuto (e del Pd), sia i rapporti di genere (6 donne e 6 uomini). Da ex ministro dell’Economia, il sindaco ha mantenuto per sé varie deleghe, nove, che vanno dalla gestione dei finanziamenti che verranno dal Pnrr, alla transizione digitale, dalle aziende partecipate al personale, dalla ricerca di investimenti al clima. Poi le relazioni internazionali, la sicurezza e l’Università.
Dialogo con le minoranze. L’asse Campidoglio – Pisana
Deleghe importanti che attestano la volontà del sindaco di gestire in prima persona i dossier più rilevanti. Nel contempo, se il dialogo con le minoranze, in particolare con il M5S e Azione, dovesse andare avanti e diventare sempre più stretto, tanto da prefigurare un allargamento della maggioranza, qualcuna di queste deleghe potrebbe andare ad assessori espressione o vicini a queste due forze politiche.
Non dimentichiamoci che nella campagna elettorale per il ballottaggio, sia Giuseppe Conte che Carlo Calenda, pur lasciando libertà di voto ai propri sostenitori, hanno manifestato a titolo personale il loro appoggio a Gualtieri.
Certo è che il neosindaco di Roma può godere di alcuni indubbi vantaggi. Il primo è costituito dall’asse che si è venuto a creare tra Comune e Regione. Non è un mistero che Nicola Zingaretti, che molti nel Pd volevano che si candidasse alle elezioni per il Campidoglio, è stato un grande sponsor politico di Gualtieri e, quindi, la loro vicinanza politica ed umana porterà ad una maggiore collaborazione tra la Pisana e Campido glio, soprattutto in materia ambientale e di smaltimento dei rifiuti.
Attesa in tempi rapidi la riforma poteri di Roma Capitale
Un altro vantaggio risiede nel governo Draghi. Nella maggioranza che lo sostiene, figurano anche Lega e Fi, oltreché il M5S. Nessun ostacolo, quindi, dovrebbe venire all’approvazione in tempi rapidi della riforma sui poteri di Roma Capitale. Un impegno in tal senso è già venuto sia dalla ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini, sia da esponenti politici di tutte le forze politiche.
A rafforzare ulteriormente l’azione di Gualtieri sono poi i prossimi appuntamenti, come detto il Giubileo, che si svolgerà nel 2025, e l’Expo 2030, che Roma ha molte speranze di ospitare. Il coinvolgimento delle minoranze, alle quali sarebbe assegnata la presidenza di due commissioni speciali, quella per l’Expo ai cinquestelle e quella sulla Trasparenza a FdI, dovrebbe poi agevolare i lavori consiliari rendendo più spedito l’iter dei provvedimenti che il sindaco e la giunta vareranno. Gualtieri sembra dunque essere partito con il piede giusto. E i romani si augurano che tutti antepongano il bene di Roma ai loro interessi di partito.