6 agosto 1945, ore 8,15. Su Hiroshima si abbatte il simbolo della distruzione bellica, un segno indelebile che ha toccato la coscienza collettiva e ha fatto riflettere sul significato profondo della guerra e delle sue ricadute sociali, ambientali, politiche. Coscienze che a Roma – sulla tragedia giapponese – sono sempre state particolarmente vive, sensibili. Ne è testimonianza l’attivismo del Comitato “Terra e Pace” che da 18 anni organizza manifestazioni in ricordo di una delle più atroci barbarie del ‘900. Teatro della ricorrenza è Piazza della Rotonda, Pantheon, una cornice suggestiva in cui è stato rievocato il dramma del ’45 in compagnia del Sottosegretario per gli Affari Esteri Benedetto Della Vedova. In questa edizione il Comitato ha conferito il premio “Terra e Pace” alle Associazioni dei Consoli Onorari in Italia e nel Mondo, “1100 persone che mettono a disposizione il proprio prestigio per la cooperazione e la diplomazia” ha confidato Athos De Luca, presidente del Comitato.
A Radiocolonna lo storico esponente dei Verdi, ora consigliere PD in Campidoglio, ha espresso la sua soddisfazione nei confronti di un evento che da quasi vent’anni conferma Roma come “crocevia della pace e della memoria”. “Per la sua storia e la sua posizione Roma ha sempre avuto una vocazione pacifista” ha aggiunto De Luca prima di ricordare che si tratta di una doppia ricorrenza, la fine della Seconda Guerra Mondiale e la tragedia di Hiroshima. Eventi che, in Italia, a partire da 1945 hanno permesso a tutta la generazione nata successivamente di vivere in pace e di costruire il proprio benessere, “un privilegio che ancora oggi, nel mondo, è negato a molti”. Un evento, dunque, per ribadire il valore non negoziabile della pace nella cornice storica, politica e geografica della Capitale d’Italia. “70 anni di pace sono un regalo immenso – ha concluso De Luca – dobbiamo coltivarlo e difenderlo a tutti i costi”. (GDS)