Sempre attaccati agli smartphone, hanno centinaia di fotografie dei figli e sono pronti a riprenderli in qualsiasi circostanza. Mentre mangiano, dormono, bevono… semplicemente respirano. Perché fanno cose normali, come qualsiasi altro bambino e non sono un miracolo da esibire o ostentare. Sono i “genitori moderni”, quelli che invadono costantemente lo spazio privato dei loro figli. Sono onnipresenti e pensano di svolgere bene il loro compito genitoriale quando si definiscono degli amici. Sono anche vestiti in modo simile, vanno in palestra, si fanno lifting e vogliono sembrare degli eterni ragazzi. Ma trovandosi sullo stesso piano dei figli, rischiano di perdere l’idea di essere percepiti come delle guide. Non consentono quel processo di crescita che deve nascere anche dalle differenze, dal contrasto e dallo scontro. Il risultato sono gli adolescenti Narcisi, perennemente annoiati e insoddisfatti. Ragazzi che hanno modificato il proprio alfabeto comportamentale. Sono scomparse parole come responsabilità, impegno e rispetto, sostituite dal continuo e unico bisogno d’essere soddisfatti emotivamente. Il “mi dai e ti do”, sono diventate, purtroppo, le chiavi di un rapporto sbagliato.
Riempire i vuoti
“I genitori, oramai, sono troppo impegnati nelle frivolezze quotidiane e nel riempire i vuoti dei loro figli con quintali di giochi, giocattoli, vestiti, dolciumi, vizi inutili, perdendo d’occhio quel che conta sul serio: crescere dei figli per permettere loro di diventare adulti domani”, ne è fermamente convinto il Dr. Cecere Elpidio, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, che traccia un quadro relazionale genitori-figli, tanto illuminante quanto preoccupante. Un’analisi che dovrebbe far riflette, tutti.
Sono perennemente annoiati
“Vediamo sempre più spesso dei bambini annoiati”, prosegue il dottore, “ai quali si fanno feste di compleanno grandiose, con torte giganti che non mangiano, con animatori che non ascoltano, con genitori che sembrano schiavi, dei figli. Bambini senza fantasia, che non sanno cosa fare se gli togli un tablet o uno cellulare dalle mani. Bambini che non ringraziano, che non salutano, a cui si elemosinano baci e che non accettano mai un ‘no’ come risposta. Ragazzi iper-protetti in tutto dagli errori, dagli insegnamenti, dalla vita e che non conoscono ragioni plausibili per chiedere scusa, per leggere un libro, per socializzare con chi non ha le scarpe firmate o l’ultimo modello di barbie”.
Troppi Sì
“Bambine truccate e smaltate, con vestiti da ragazza, con lo specchietto nella piccola borsetta che sbadigliano e non disegnano. Ragazzini che scrivono con le K al posto della C perché la grammatica è obsoleta. Siamo dinanzi a una generazione che cambia, ai tempi che cambiano, ai genitori che fanno gli amici, ai nonni che fanno gli schiavi, agli insegnanti percepiti come degli aguzzini che li stressano. Poverini, sono già stanchi, nella loro età imprecisata, fatta di troppi ‘Sì’. Forse dovremmo fermarci e rieducare e in alcuni casi educare. Dare ai piccoli la possibilità di essere piccoli e ai grandi l’occasione di crescere davvero!”.
La soluzione?
“Sappiamo bene che l’adolescente è in una fase di crescita molto delicata che porta con sé conflitti e discussioni per la conquista di un nuovo territorio, fatto di autonomia e indipendenza. Non c’è una regola magica che possa insegnare ogni genitore ad essere perfetto ma possiamo far riferimento ad alcuni principi base. Ogni genitore dovrebbe lasciare uno spazio, grande come un campo di calcio, dove suo figlio possa allenarsi da solo o in compagnia di un adulto, come se fosse una sorta di Mister. Uno spazio dove possa scivolare, cadere, farsi male e sperimentare ma sempre consapevole che l’allenatore e lì, sugli spalti, pronto a intervenire”.
I paletti e le regole
“Un figlio non deve solamente ubbidire e seguire un adulto. I paletti e le regole, se troppo rigidi, non fanno crescere i ragazzi perché non riescono ad allenarsi per giocare, al meglio, la partita della vita”.
Mai lasciarli da soli
“E’ assolutamente scorretto lasciarli da soli perché potrebbero trovarsi allo sbando e non troverebbero nessuno pronto a correggergli gli errori”.