I migranti della Diciotti in serata a Rocca di Papa e Ariccia

“Garante” di tutta l’operazione è il vescovo di Albano, mons. Semeraro. Preoccupazione di una parte della popolazione

Mondo Migliore

Arriveranno in tarda serata a Rocca di Papa e Ariccia i migranti della nave Diciotti. Ad ospitarli le due comunità Mondo Migliore ed Auxilium, comunità in qualche modo consorelle e che stanno collaborando l’un l’altra per minimizzare l’impatto dei migranti sul territorio. 

Lì, i migranti dovrebbero rimanere pochi mesi, giusto il tempo di imparare i primi rudimenti di italiano, alcuni insegnanti di “educazione civica”, e poi saranno trasferiti in altre diocesi che hanno fatto richiesta. 

“Garante”, di tutta l’operazione sarà il vescovo di Albano, mons. Marcello Semeraro, che in queste ore ha incontrato i sindaci di Rocca di Papa e Ariccia, considerato che una parte della popolazione sui social ha dato segni di preoccupazione. La prefettura locale sta organizzando un presidio di forze dell’ordine affinché tutto quanto si svolga nella massima sicurezza.

Semeraro ha assicurato che i migranti più di tanto non interferiranno con la vita quotidiana delle due cittadine, e che appunto, nel quadro di un’accoglienza diffusa fatta di piccoli gruppi, i migranti già nei prossimi mesi saranno redistribuiti in altre diocesi del Sud e del Nord.

Soffia sul fuoco Maurizio Gasparri, di Forza Italia, molto conosciuto ai Castelli Romani. ”Mi pare più che giustificata la protesta dei cittadini di Rocca di Papa che contestano il trasferimento di una gran parte dei clandestini che sono sbarcati a Catania dalla nave Diciotti. Era stato fin troppo facile prevedere che l’intervento della Cei si sarebbe risolto nella presenza di ulteriori clandestini sul nostro territorio. E così sta avvenendo nel comune dei Castelli Romani”, dice Gasparri. 

“Il sindaco minimizza, la gente, giustamente, si preoccupa e io mi recherò a Rocca di Papa per incontrare coloro che contestano questa collocazione. Se non è zuppa è pan bagnato. Ci sarà pure l’intervento di strutture religiose ma, alla fine, questi clandestini si sono riversati sul territorio italiano. E mentre tutti i riflettori erano puntati su questa vicenda, si è registrato un ulteriore sbarco di oltre 40 clandestini di provenienza asiatica sulle coste del siracusano”, conclude Gasparri.

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