In migliaia da Accumoli, Amatrice, Arquata del Tronto e da tutti i paesi colpiti dal terremoto del Centro Italia sono arrivati a Roma per protestare contro la lentezza nella ricostruzione. “La scossa dei terremotati”, così è stata chiamata la manifestazione. A fine mattinata, poi, il corteo si è spostato davanti Montecitorio.
I partecipanti sono originari dell’Umbria, dalle Marche e da alcuni comuni del Lazio, colpiti dai terremoti degli ultimi cinque mesi e dalle nevicate della scorsa settimana. I partecipanti hanno indossato la fascia tricolore riservata ai primi cittadini, per sottolineare il sostegno ai sindaci dei Comuni interessati, impegnati in prima linea nella gestione di questa emergenza.
I cittadini terremotati di Amatrice e Accumoli presenti alla manifestazione hanno cercato di porre l’accento “sull’inadeguatezza degli interventi messi in campo nell’immediato post sisma del 24 agosto e soprattutto, sui continui e inopportuni protocolli burocratici che, di fatto, hanno impedito ogni forma di rinascita”. E ancora, chiesto di “snellire la burocrazia, dopo sei mesi, ci dicano cosa dobbiamo fare, siamo stati abbandonati”.
I partecipanti hanno preteso che siano snelltite le pratiche burocratiche e di rimuovere le macerie, non solo dalle strade. “Da cinque mesi abbiamo le macerie davanti casa, non sono state fatte le ordinanze per la rimozione dei detriti e non possiamo entrare in casa. Da noi ci sono stati due metri di neve”, ha detto una cittadina umbra.
“Sono crollate le stalle, le aziende non sono ripartite, i territori rischiano di morire, non hanno accettato la proposta di realizzare lungo le principali strade delle nostre zone”, ha sottolineato un imprenditore.
“Vogliamo risposte da Errani, da Gentiloni – ha affermato un’altra persona – La soluzione degli alberghi non è percorribile da tutti. Se i territori si spopolano alla fine muoiono”.