Il 27 gennaio si celebra in tutto il mondo la giornata in memoria delle vittime dell’olocausto. Una commemorazione che in Italia è regolamentata dalla legge 211 del 2000, nata per tutelare le cerimonie e gli spunti di riflessione “(..) su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti (..)”.
A un occhio attento non può sfuggire l’assenza delle altre categorie che hanno subito persecuzioni, come gli omosessuali, i rom, i sinti, quegli “stermini dimenticati” che oggi alcune associazioni vogliono ricordare e commemorare. “I gay avevano il triangolo rosa e venivano torturati e utilizzati in esperimenti – ha raccontato a Radiocolonna Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli – le lesbiche erano addirittura considerate asociali con problematiche mentali”. Il Mario Mieli da oltre trent’anni si occupa di difendere, sviluppare e divulgare la cultura LGBT italiana. Nella battaglia della memoria verso le vittime invisibili dell’Olocausto ha deciso di marciare a fianco di altre due minoranze dimenticate dal mainstream commemorativo, i rom e i sinti, con cui oggi è in programma una fiaccolata da Esquilino a Monti.
“Ora l’opinione pubblica è più sensibile a questi temi rispetto al dopoguerra – ha proseguito Colamarino – sin da subito la comunità ebraica ha fatto della memoria un cavallo di battaglia, in ambito omosessuale non c’è stata una coscienza collettiva che ha sostenuto la memoria dei gay perseguitati”. Il Circolo ha intenzione di chiedere che nella formula legislativa che tutela la giornata della memoria ci sia un’estensione della legge 211/2000 che parli anche di omosessuali, rom, sinti e Testimoni di Geova. Un’istanza istituzionale che vada di pari passo con l’attenzione verso eventi e occasioni di sensibilizzazione. “Le analisi critiche, i racconti e le testimonianze, soprattutto nelle scuole, hanno un ruolo fondamentale – ha affermato il presidente – le colpe del nazismo le conoscono tutti, ma le sfumature dell’odio vanno ancora raccontate e fatte conoscere”.
Capitolo Family Day: dopo il grande successo dell’evento pro unioni civili nelle piazze italiane, il Circolo Mario Mieli non è interessato a contromanifestazioni verso “un evento che a differenza dei nostri, che sono propositivi, tende a comprimere e negare diritti civili fondamentali” e dove probabilmente si vedranno “riferimenti e messaggi omofobi”. “La nostra priorità è difendere e valorizzare la cultura omosessuale – ha concluso Colamarino – capire la cultura del diverso è alla base del funzionamento di una società tollerante e civile”. (Giacomo Di Stefano)