“Non era informato né il presidente del Consiglio né il sottoscritto di quella scelta di coprire le statue. Io penso che ci sarebbero stati altri modi per non andare contro la sensibilità di un ospite straniero così importante senza questa incomprensibile scelta di coprire le statue”. Parole e musica sono di Enrico Franceschini, titolare del Mibact, all’indomani delle aspre polemiche relative alla decisione di coprire le nudità delle statue dei Musei Capitolini durante la visita del presidente Rouhani. Polemica chiusa? Per nulla.
Perché dalla Sovrintendenza, di fatto accusata da Franceschini di aver operato in un modo tanto cervellotica, è stato rispedito al mittente qualsiasi addebito: “Chiedete a Palazzo Chigi” è stata la laconica risposta. A Palazzo Chigi? Quindi a Renzi? No, o almeno non esattamente. Pare che la responsabile di questa scellerata azione sia in realtà Ilva Sapora, responsabile del cerimoniale già finita nell’occhio del ciclone per la vicenda dei Rolex arabi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso o una semplice incomprensione? Si vedrà nei prossimi giorni. Ma sembra che la tempesta non sia destinata a placarsi rapidamente: è di poco fa la notizia che il segretario generale di Palazzo Chigi, Paolo Aquilanti, ha avviato un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità e fornire le doverose spiegazioni.
Intanto i giornali stranieri ci sbertucciano per aver coperto le statue, rendendoci ridicoli e coprendoci di vergogna in tutto il mondo. Per non turbare l’ospite iraniano, che avrebbe sicuramente capito che le nudità di 2.000 anni non erano state esposte per imbarazzarlo, abbiamo fatto una figuraccia planetaria. Lo stesso Rouhani, interpellato in proposito, si è detto piacevolmente colpito dall’ospitalità unica del nostro paese. Tradotto: “troppa grazia Sant’Antonio”. (MS)