Arabia Saudita e Qatar, Emirati Arabi Uniti, Kuwait ed Egitto: alle notizie dei fatti di Parigi non hanno tardato ad arrivare le reazioni di sgomento e rabbia da parte di tutto il mondo arabo, insieme al sostegno verso Parigi e i suoi cittadini. Reazioni, a onor del vero, ancora superficiali, perché circoscritte alle stragi – nessuno, cioè, ha ancora allargato le considerazioni a quanto sta davvero dietro questi fatti: il conflitto siriano e la lotta per conquistare maggiore influenza nella regione. Ma si tratta comunque di reazioni importanti, poiché servono anche per porre le distanze fra religione e attentatori. Gli attacchi, fra l’altro, si sono verificati alla vigilia dei colloqui di Vienna, dove circa venti rappresentanti di altrettanti Paesi discuteranno proprio di come affrontare il processo di pace in Siria, oggi e domani.
Un messaggio non solo per la Francia, per l’Occidente in generale è arrivato dalla Siria, dove questa mattina il presidente Bashar Al Assad ha incontrato quattro delegati francesi: “La Francia ha conosciuto quello che in Siria viviamo da cinque anni”, aggiungendo che ora Parigi “dovrebbe cambiare la sua politica”, riferendosi al suo supporto (ance militare) all’opposizione siriana.
Teresa potenza (estratto da Attentati a Parigi:il mondo unito con la Francia, Il ghirlandaio)