Roma ancora al centro dell’attenzione dei media d’oltreoceano. Il prestigioso New York Times dedica un editoriale alla Capitale e allo stato di abbandono in cui versa. La sindaca Raggi non viene risparmiata da pesanti attacchi ma è la situazione generale a indignare Frau Bruni, che per due anni ha vissuto proprio a Roma. La città viene descritta come uno straordinario museo a cielo aperto in cui però, a destare meraviglia, non sono soltanto i monumenti, ma anche – e soprattutto – la sporcizia che pavimenta le strade. La quantità di piccioni che vengono visti quotidianamente volare, in perenne lotta con i gabbiani per accaparrarsi un pezzo di cibo tra i rifiuti, è l’immagine iconica di una città allo sbando.
Bruni non risparmia neanche Virginia Raggi, rea di essere stata eletta con enormi aspettative da parte dei romani e incapace, negli 11 mesi di mandato, di trovare una soluzione alla sporcizia. Ma a destare maggiore preoccupazione per il columnist del NYT sono i monumenti: rimessi a lucido da mecenati italiani (da Della Valle alle sorelle Fendi) rischiano di diventare la cartolina di una città che non è più in grado di valorizzarsi. Il timore di Bruni, infatti, è che i monumenti più belli diventino gli unici di interesse per gli imprenditori, portando a una spirale discendente in cui altre zone della città – non per questo meno degne – vengano ancora più abbandonate a loro stesse perché prive di qualunque attrattiva.
Si può dare torto a Bruni? In effetti, girando per il centro storico più bello del mondo riesce difficile non indignarsi guardando i cumuli di rifiuti, le bottiglie di plastica ovunque fuorché nei cestini, le strade dissestate, i giacigli improvvisati nei parchi della Capitale. Roma avrebbe bisogno di una cura choc, che la porti fuori dalle secche in cui si è infilata ormai da un decennio. Si faccia avanti qualcuno che sia in grado di rivitalizzare la città.