Il Piano Marshall del ministro Costa, 10 miliardi contro il dissesto

Un decreto entro il 2018, vogliamo risorse slegate dal deficit

Un Piano Marshall contro il dissesto idrogeologico, in grado di sistemare la parte più fragile d’Italia, il territorio, grazie a investimenti mirati e a risorse che potrebbero arrivare fino a 10 miliardi.

Questa l’idea del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa: con un decreto ad hoc, da mettere a punto entro l’anno, dovrebbe raccogliere e inglobare i 6,5 miliardi già disponibili (secondo una recente ricognizione) e altri 3,5 miliardi provenienti dai punti percentuali (“lo zero due, o zero tre”) del taglio del 2,4% del deficit. La questione è agganciata alla “dialettica” in corso con l’Unione europea sulla Manovra. Poiché queste risorse finirebbero in investimenti, sostiene il governo, sarebbero slegate dal deficit, e si potrebbero così recuperare.

L’ipotesi di un decreto è preferibile, spiega il ministro, piuttosto che inserire le norme apposite nella Manovra, dal momento che, oltre al “profilo finanziario”, è necessario “velocizzare” la spesa e migliorare la “gestione del territorio”. A questo bisogna aggiungere che, “con 11 Regioni che hanno chiesto lo stato di calamità, siamo in emergenza”, e che “il decreto” è così “lo strumento migliore”. “La novità grande per me – osserva Costa – è che la tutela dell’ambiente diventa oggetto di investimento. Non stiamo a guardare i decimali, lo zero due o lo zero tre. Questa è la prima volta che si pensa a quel 79% di territorio italiano fragile, e che si dice ‘investiamo perché ne abbiamo bisogno'”. Uno dei problemi evidenziati dal ministro ha a che fare non tanto con la disponibilità di spesa, ma con la mancanza di progettazione.

Da un’analisi è emerso che per la lotta al dissesto sono disponibili risorse, “di cui nessuno era a conoscenza” per 6,5 miliardi. Quello che manca sono “i progetti”. E allora Costa è chiaro: “Voglio vedere i progetti esecutivi, cioè immediatamente cantierabili”. Il decreto offrirebbe così la possibilità di fare “uno dei più grandi investimenti per il Paese: tutelare il territorio, creare economia e sviluppo, e guardare a un orizzonte in modo nuovo”. Il dissesto idrogeologico è così entrato a pieno titolo nella contrattazione con l’Ue sul deficit, proprio perché “le politiche di investimento sono slegate dal debito”. E inoltre, osserva Costa, sarebbe anche un modo per mettere in mano “una Ferrari ai presidente di Regione: gliela metteremo su un’autostrada, chiedendo loro di guidarla bene, dopo aver fatto anche benzina e tolto i limiti di velocità”.

Tra i punti essenziali che il provvedimento dovrebbe contemplare c’è la necessità di “offrire maggiore velocità esecutiva ai progetti” (magari pensando di modificare alcuni decreti sulla materia) e di “aumentare la capacità di gestione e cura del territorio” (per esempio con interventi collegati tra loro e la condivisione delle comunità locali).

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