Le dimensioni e le conseguenze del dieselgate si allargano con maggiore rapidità e ostinazione di una macchia di olio motore in un corso d’acqua. Non solo per il coinvolgimento di altre società automobilistiche europee dopo Volkswagen – Bmw è già sul banco degli imputati e non si escludono altri “indagati eccellenti” a breve – ma anche per i possibili effetti sull’intera filiera dell’automotive europeo. Ed è proprio qui che l’Italia rischia grosso. Pur limitandosi ai fatti, evitando cioè ipotesi, rumors o boatos probabili o possibili, la conta dei danni è già molto lunga. Per Volkswagen in primis, con l’andamento delle quotazioni di Borsa a fare da sismografo del devastante terremoto che ha colpito il gruppo automobilistico tedesco e che proseguirà ancora a lungo e per l’intero sistema capitalistico di marca renana a seguire.
Il terremoto Volkswagen fa tremare la componentistica italiana
Lo scandalo che si è abbattuto sulla VW può avere ripercussioni anche in Italia